Disabilità nella Storia: Roberta Anna Griffith (1867 – 1941)
Insieme a personaggi più noti come Helen Keller, Julia Brace e Anne Sullivan, Roberta Griffith è tra le donne cieche ad aver fatto la Storia negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Seppur poco conosciuta, la sua figura è stata fondamentale per l’empowerment delle persone con disabilità visiva negli Stati Uniti e non solo. «Ho cercato di condurre una vita normale tra persone normali», scrisse nel 1913, «e di fare per gli altri tanto quanto gli altri hanno fatto per me».
Chi è Roberta Griffith
Roberta Anna Griffith nasce nel 1867 in Pennsylvania, a Pittsburgh, in un’epoca nella quale essere ciechi significa essere messi al margine della società. Terza figlia dell’immigrata Annie Griffith, Roberta diventa cieca poco dopo la nascita, forse in seguito a un’infezione oculare piuttosto comune tra i neonati dell’epoca. Del padre non si sa molto, se non che scomparve quando Roberta era ancora piccola. Come la maggior parte dei bambini ciechi di fine Ottocento, Roberta trascorre i primi anni in istituti dove le vengono insegnate attività manuali. Per i piccoli ciechi non esistevano grandi speranze per il futuro: molti, infatti, vivevano tutta la vita in famiglia o contavano sulla carità per sopravvivere. Tuttavia, per Roberta non fu così.
Tra studio e scrittura
In seguito al trasferimento della famiglia nel Michigan, a Bay City, Roberta viene istruita in casa fino all’età di 12 anni. Dopo, frequenta la Michigan School for the Blind a Lansing, dove le vengono insegnate dattilografia e stenografia, cucito e musica.
La svolta arriva all’ultimo anno di liceo, trascorso da Roberta alla Ohio School for the Blind a Columbus. La giovane si fa notare da insegnanti e amministratori per l’abilità nella scrittura, talento che le consente di entrare alla Western Reserve University, un college femminile per studentesse vedenti. Qui, nonostante non le vengano forniti testi in Braille né aiuti specifici, Roberta si laurea nel 1891 e diventa così la prima donna cieca a laurearsi in una scuola per vedenti.
Caparbietà e talento
Gli anni al college non furono semplici: Roberta doveva scrivere i propri testi con una macchina da scrivere standard e, non essendoci testi in Braille, doveva acquistare testi in nero e pagare una persona per farseli leggere. Per mantenersi agli studi, inoltre, Roberta lavorava come insegnante di pianoforte per classi di massimo trenta studenti vedenti. Nonostante le difficoltà, però, Roberta si laurea in tre anni anziché nei canonici quattro, dimostrando come la forza di volontà possa abbattere qualsiasi barriera.
Tra giornalismo e attivismo
Da giovane, Roberta lavora come giornalista freelance per i giornali locali, dove scrive saggi e articoli di viaggio. Presto, però, decide di trasferirsi a Grand Rapids, per stare vicina alla madre anziana. Sempre a Grand Rapids, diventa sostenitrice del miglioramento dell’assistenza e dell’istruzione per le persone con disabilità visiva.
Nella biblioteca locale, Roberta organizza uno spazio dedicato a persone cieche e ipovedenti, mettendo a disposizione pubblicazioni in Braille, una macchina da scrivere e una sala studio. Presto, su sollecitazione di Roberta, la biblioteca di Grands Rabids si unisce alla National Library Service for the Blind and Physically Handicapped. È solo l’inizio di una vita spesa al servizio delle persone cieche e ipovedenti.
Istruzione e lavoro per ciechi e ipovedenti
Roberta è infatti promotrice di un’iniziativa volta a istituire un ufficio per l’impiego statale per i lavoratori ciechi a Grand Rapids. In un articolo del 12 ottobre 1902 del Grand Rapids Herald intitolato “Cose che i ciechi possono fare”, Roberta racconta di aver risposto a un annuncio in cui un’azienda commerciale cercava donne che lavorassero all’uncinetto. Sebbene avesse prodotto lavori del genere da studentessa, l’azienda si era rifiutata di assumerla. Solo dopo l’intervento di un’amica era poi riuscita a convincere l’azienda delle proprie capacità. Allo stesso modo, dovette spiegare al marito di un’amica malata come fosse in grado di dare una mano nei lavori domestici, ricordandogli che se era riuscita a laurearsi avrebbe dovuto essere capace anche di spolverare e lavare piatti.
Promotrice della cultura
La sua attività prosegue poi attraverso una fondazione nazionale per i ciechi e la creazione di corsi di Braille nelle scuole pubbliche, formando insegnanti di Braille e dando vita a un club di Braille per studenti e adulti. Roberta viaggia e collabora con Helen Keller per standardizzare il codice braille inglese e istituire programmi di pubblicazioni nazionali per i non vedenti, e sempre a lei va il merito della pubblicazione di un dizionario Braille in sei volumi, il primo strumento di questo genere per i ciechi.
Nel 1913 fonda a Grand Rapids l’Associazione per i ciechi e gli ipovedenti e ne diventa segretaria per oltre 30 anni. Nel 1921 prende parte a un congresso dell’American Association of Workers for the Blind, facendosi promotrice dei diritti dei veterani di guerra ciechi e ipovedenti. Nello stesso periodo, adotta una bambina di nome Genevieve.
Muore a Grand Rapids nel 1941 e nel 1993 il suo nome viene inserito nella Michigan Women’s Hall of Fame.
Roberta Griffith è un altro esempio di come la forza di carattere e il talento possano condurre lontano e sopperire alle mancanze della società nei confronti delle persone con disabilità. Infine, ci ricorda come l’istruzione, il lavoro e la garanzia delle pari opportunità possano aprire la strada al cambiamento, realizzando la vera inclusione.
Roberta Gatto