Giovani e cannabis: chi la fuma mette a rischio il futuro a scuola e nel lavoro

Il dibattito sulla cannabis è da sempre controverso. C’è però una ricerca pubblicata su «Jama Pediatrics» che potrebbe mettere tutti d’accordo: consumare questa sostanza da giovanissimi mette a rischio il futuro scolastico e lavorativo, oltre a essere un pericolo per lo sviluppo cerebrale.

Secondo il report (condotto prendendo in esame 63 ricerche precedenti) chi fa uso di cannabis in giovane età ottiene minori prestazioni nello studio e ha più difficoltà a trovare lavoro. Le ricerche analizzate hanno coinvolto oltre 400mila persone e hanno messo in relazione l’uso di cannabis durante l’adolescenza con i risultati ottenuti a scuola, all’università e al lavoro negli anni successivi.

Cosa è emerso

Dallo studio è risultato evidente come ci sia una correlazione moderata o forte tra consumo di cannabis da giovani e voti più bassi, assenze frequenti, abbandono scolastico, mancato ottenimento del diploma, mancata iscrizione all’università.

Meno forti invece i dati relativi alle probabilità di restare disoccupati da adulti: il rischio è del 9 per cento. Più si fuma (e prima si comincia) e maggiori sono i rischi di andare male a scuola e all’università. Ma non solo.

Cervello in fumo

Da non sottovalutare anche i danni alla salute. Secondo i ricercatori, anche la legalizzazione di prodotti derivati dalla cannabis, porta a percepire i rischi correlati al consumo di questa sostanza inferiori rispetto al loro impatto reale.

Ad aver provato almeno una volta la cannabis, secondo i dati riportati nella Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze del 2023, sarebbero ben 550mila giovani tra i 15 e i 19 anni, mentre 70mila ne fanno uso ogni giorno, oltre 20 volte al mese.

«L’adolescenza e la giovane età adulta sono periodi critici per lo sviluppo cerebrale», spiega Li Wang della McMaster University canadese e autore della ricerca. «L’uso di cannabis può provocare disturbi cognitivi a breve termine, come deficit di memoria o difficoltà di attenzione; nel lungo periodo può comportare alterazioni dell’architettura cerebrale, favorendo difficoltà nell’elaborazione delle informazioni e disturbi cognitivi, di memoria e dell’attenzione. Nonostante le limitazioni del nostro studio (gran parte delle ricerche censite erano studi osservazionali), i dati mostrano una correlazione fra uso di cannabis e risultati scolastici, accademici e lavorativi: pensare interventi per prevenire l’esposizione alla cannabis in giovanissima età è perciò una priorità».

Roberta Gatto

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