Lavoro: il burn out costa al datore 100mila euro
La Corte d’appello di Napoli accoglie il ricorso di un lavoratore e dà il via a futuri risarcimenti per stress da lavoro. Protagonista del caso giudiziario è un medico del reparto di ortopedia della Asl di Napoli 3 Sud, risarcito per aver lavorato in condizioni di stress per ben 15 anni.
L’uomo ha infatti dovuto sopperire alla mancanza di personale del reparto coprendo turni massacranti, ben oltre le 48 ore settimanali previste da contratto e lavorando oltre le 8 ore notturne senza pause.
La conseguenza per il dottore è stata una situazione di burn out (forte esaurimento psicofisico legato al lavoro). Lo stress cronico lo ha quindi portato a chiedere un risarcimento per danni alla salute. Dopo essere stato respinto dal Tribunale, il medico ha poi ottenuto un indennizzo di 100mila euro in appello.
Lavoro e diritti violati
La sentenza crea quindi un precedente per altri lavoratori in situazioni simili e costituisce una svolta importante in tal senso.
La Corte di appello di Napoli ha infatti evidenziato la violazione della normativa europea e italiana sul riposo e l’orario di lavoro da parte dell’azienda ospedaliera: secondo la direttiva Ue 2003/88, ogni lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutivo al giorno e a un riposo settimanale di almeno 24 ore consecutive (articoli 3 e 5).
Il diritto al riposo è inoltre protetto giuridicamente anche dall’art. 36 della Costituzione italiana. Nonostante al medico siano stati pagati gli straordinari, la Corte d’appello ha comunque ritenuto necessario il risarcimento per la violazione di questi diritti andando così a creare un precedente per tutti quei lavoratori in situazioni analoghe.
Roberta Gatto