L’intervento chirurgico? «Lo faccio con l’esoscheletro»

Paralizzato alle gambe dal 2011 dopo un incidente in moto, Marco Dolfin, da allora ha eseguito «più di mille interventi con l’esoscheletro». Operando però nella sanità privata, avendo dovuto lasciare la sanità pubblica. Lui opera in piedi, grazie al supporto di una particolare carrozzina verticale.

Tre anni fa ha lasciato la sanità pubblica per mettersi a operare privatamente insieme a un gruppo di colleghi con i quali aveva iniziato a lavorare nell’ospedale San Giovanni Bosco e al Cto. Con loro si occupa principalmente di chirurgia conservativa del ginocchio.

Il lavoro in sala operatoria

Dolfin entra in sala operatorio in posizione seduta su un’apposita carrozzina realizzata per lui. Una volta in sala, un dispositivo elettro-meccanico che comanda personalmente con un telecomando gli consente di rimettersi in piedi sulle sue gambe. E così lavorare così come ogni altro suo collega normodotato.

Chirurgia del ginocchio

Da quando è andato via dalla sanità pubblica si occupa principalmente di chirurgia del ginocchio: dal menisco al legamento crociato nel giovane sportivo, ma anche dell’anziano dove si cerca di prevenire l’invecchiamento dell’articolazione.

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