Vivere con la sindrome di Tourette si può: la testimonianza di Andrea Brunetti
Si chiama Sileo la nuova pizzeria di Andrea Brunetti, pizzaiolo cuneese con la sindrome di Tourette. La sua, quella per la pizza, è una passione che coltiva fin da bambino, e che nel 2017 concretizza con l’apertura del suo primo locale.
Fin da subito, Andrea dimostra di essere uno che non si arrende: un incidente in cucina gli causa gravi ustioni al volto, ma non gli impedisce di portare avanti la sua attività fino alla chiusura del 2020 a causa della pandemia. Ed è proprio durante la pandemia che la vita di Andrea prende una svolta inaspettata.
Una reazione neurologica avversa al vaccino scatena una patologia latente, la sindrome di Tourette. È un duro colpo, specie in un mondo dove la malattia mentale e neurologica è ancora fortemente stigmatizzata.
La sindrome di Tourette
La sindrome di Tourette è una malattia neurologica caratterizzata da tic nervosi multipli, come spasmi muscolari, ma non solo. Chi soffre di questa patologia spesso emette anche suoni e vocalizzi, talvolta parolacce.
A soffrirne sono soprattutto i maschi e tra i personaggi illustri afflitti da questa sindrome troviamo il musicista e compositore Wolfgang Amadeus Mozart.
La ripartenza
Dopo un periodo molto buio, però, Andrea trova la forza di ripartire. Si rivolge a professionisti e segue un percorso di cura per riprendere in mano la propria vita. Così nasce Sileo, la nuova pizzeria il cui nome significa appunto ripartenza, dal moto latino tracciato su alcune meridiane “Sine sole sileo” ovvero senza il sole taccio, a indicare come a un certo punto ci si debba fermare prima di ricominciare a lavorare.
Nella nuova pizzeria di Nucetto, Andrea conduce una vita lavorativa normale, premurandosi di avvisare i clienti della propria patologia attraverso dei post-it lasciati ai tavoli: «se senti urla o vocalizzi non ti spaventare».
Nella vita di Andrea, infine, c’è spazio anche per la beneficenza. Attraverso la collaborazione con altri chef stellati, il pizzaiolo premiato con due code dal Gambero Rosso organizza cene stellate il cui ricavato va ad associazioni del terzo settore.
Insomma, una dimostrazione concreta di come si possa imparare a convivere con una malattia poco conosciuta e stigmatizzata, ripartendo in primis da sé stessi e dalle proprie passioni.
Roberta Gatto