Salute: ecco le nuove imprese italiane più promettenti nell’Health Tech
La start-up milanese dell’ospedale San Raffaele si occupa di diagnostica molecolare oncologica e sviluppa screening innovativi a partire da campioni di sangue e urine.
Attraverso test non invasivi, la start-up fornisce screening, diagnosi e prognosi sul carcinoma renale basandosi su biomarcatori specifici.
Nel 2019, Biorek ha vinto il programma Open Accelerator e nel 2024 ha raccolto 250mila euro attraverso una campagna di crowdfunding.
ChemIcare, nuovi farmaci per le malattie rare
La start-up ChemICare sviluppa farmaci in grado di regolamentare la produzione dello ione calcio nelle malattie rare a esso correlate.
L’idea nasce dall’incontro all’Università del Piemonte Orientale tra un team specializzato in chimica semplice e uno in farmacologia e in segnali dello ione calcio.
Tra le patologie a beneficiare dei nuovi farmaci troviamo la pancreatite acuta, la miopatia da aggregati tubolari, la sindrome piastrinica di York e di Stormorken.
Uno dei farmaci sperimentati da ChemICare per il trattamento della distrofia di Duchenne ha ricevuto la designazione di farmaco orfano dall’Fda.
Betaglue Technologies, radioterapia non invasiva
BetaGlue Technologies è una società italiana di radioterapia chimica fondata nel 2018 a Milano. Sviluppa nuovi prodotti per il trattamento personalizzato dei tumori solidi, come quello mammario e quello epatico, e ha brevettato un prodotto antitumorale denominato Beta ablation therapy with Yttrium-90 (BAT-90), somministrabile al paziente tramite un’iniezione. Le radiazioni non si diffondono in altri organi o tessuti e rilasciano la loro energia radiante solo nel tessuto del tumore, riducendo così i rischi per il paziente e gli operatori e consentendo di ridurre tempi e costi del trattamento.
La nuova tecnologia è stata sviluppata all’Istituto nazionale tumori “Fondazione Pascale” di Napoli, inizialmente per il trattamento del tumore epatico, ed estesa in seguito anche ad altre tipologie di carcinoma, oltre che alle metastasi e ai residui post-operatori.
Hemera, per rigenerare il midollo
Riparare le lesioni del midollo spinale si può. La terapia cellulare di Hemera infatti si serve di un particolare tipo di cellule autologhe dell’immunità, istruite in vitro a esprimere le proprie capacità riparative anche in ambiente ostile. In pratica, una terapia cellulare capace di rigenerare i tessuti neurali lesionati nel midollo spinale.
La start-up nasce dalla collaborazione tra le università di Verona e Milano ed è specializzata in medicina rigenerativa per malattie neurologiche.
Roberta Gatto