Valentina Tomirotti: «non voglio cambiare il mondo, ma seminare qualcosa di utile»
Mantovana, classe 1982, Valentina Tomirotti è una giornalista e attivista per i diritti delle persone con disabilità. Ma non solo. Come ama ricordare, è innanzitutto una persona, una donna che non ha paura di parlare apertamente di argomenti tabù come la sessualità e l’affettività delle persone con disabilità.
Nata con la Displasia diastrofica, una malattia non degenerativa, Valentina si muove con l’ausilio di una carrozzina. «So di essere una persona con disabilità» dice, «ma sono una persona e il mio valore, ciò che mi determina, è il lavoro, la mia affettività, la mia vita. Non sono migliore o peggiore di altri perché sono su una sedia a rotelle».
L’importanza del linguaggio
Domani, giovedì 14 novembre 2024, Valentina sarà presente come docente al seminario organizzato da Ierfop Cagliari nella sede di via Platone 1/3, dalle 9:30 alle 18:30 con una pausa di un’ora alle 13_30. Il seminario affronta l’importanza delle parole nella costruzione di un ambiente realmente inclusivo attraverso le regole da seguire quando si deve comunicare la disabilità, analizzando le stigmatizzazioni derivanti da un uso scorretto delle parole. Una tematica molto cara alla giornalista.
«Nella rappresentazione mediatica veniamo raccontati per un caso di cronaca o, al contrario, il racconto è viziato dall’eccessiva ricerca di un’eccellenza» spiega. «Manca una normalizzazione delle nostre vite. L’immagine della persona disabile fa paura, non veniamo inseriti nel quotidiano. Esiste, ad esempio, un conduttore televisivo seduto in carrozzina? O un articolo che non inizi con l’espressione “nonostante tutto”?».
La pepitosa
Sul suo blog La Pepitosa, Valentina si racconta così: “Giornalista pubblicista, social media manager e attivista del mondo disability. Nata seduta dal 1982, catapultata in un mondo che corre, mi occupo di parole da mettere in fila e contenuti che riempiono testa e cuore. Diritti civili, diversity, inclusione e accessibilità sono i punti cardine della mia vita offline e online. Online sono conosciuta come Pepitosa, lavoro come freelance nel mondo della comunicazione: come content creator, social media manager, blogger e Pr. Amo il dialogo e il confronto con il pubblico, tanto da coccolare la mia community come fosse una seconda famiglia”.
Una voce fuori dal coro
Valentina dà realmente voce al mondo della disabilità e lo fa senza peli sulla lingua. Spesso infatti affronta temi spinosi come la sessualità, il diritto all’affettività e la doppia discriminazione subita dalle donne con disabilità, sul lavoro come in famiglia.
«Per le donne con disabilità parliamo ancora di sterilizzazione coatta» racconta. «E con il permesso della famiglia, come strumento di tutela: protegge dagli abusi sessuali e facilita nella contraccezione, oppure può essere utilizzata per scopi medici. Come in Irlanda e Slovenia, in Italia viene utilizzata come misura urgente e “terapeutica”, pertanto, non viene criminalizzata come reato specifico, ma può essere perseguita come circostanza aggravante ai sensi dell’articolo 583, comma2, del codice penale».
Infine, una riflessione sul linguaggio, argomento cardine della giornata di domani: «la società è eterogenea e abituata a dare un nome a qualsiasi cosa. Del resto, questa è una delle conseguenze di come la nostra lingua è strutturata: una lingua binaria e molto sessualizzata (che divide in maschile e femminile) può solo descrivere una società che sia binaria. E conseguentemente questo ricade anche nei comportamenti sociali che adottiamo».
Roberta Gatto