La protesta di Autismando
La protesta arriva per voce del presidente dell’associazione bresciana Autismando, formata da genitori di bambini con autismo. Paolo Zampiceni concentra l’attenzione sull’ampio risalto dato alla notizia che il Governo ha abolito l’uso della parola “handicappato” dai documenti ufficiali della scuola e della pubblica amministrazione (vedi articolo di Cittadinanza Sociale News del 31 ottobre) per sostituirla con “condizione di disabilità”. Stesso discorso per “persona handicappata” o “diversamente abile” da sostituire con “persona con disabilità”.
In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Giorno, Paolo Zampiceni spiega come non basta cambiare le parole, ma occorre intervenire con fatti concreti.
Il presidente di Autismando si riferisce alla consueta carenza di insegnanti di sostegno o di assistenti per l’autonomia e alla probabilità che si chiederà di tenere a casa i ragazzi e di non farli partecipare a uscite o gite scolastiche perché manca l’insegnante, l’assistente o entrambi.
Zampiceni non contesta ovviamente le novità introdotte sui termini, ma, facendo riferimento alla sua esperienza quotidiana, spiega che i problemi restano tutti. In proposito, cita il caso di una mamma in attesa da tre anni che il figlio venga seguito da un centro abilitativo.
Il rappresentante dell’associazione spiega che le priorità sono i docenti formati, tempi rapidi per l’accesso alle cure e abbattimento delle barriere. E conclude ricordando che la soluzione dei problemi non può passare attraverso il ricorso in tribunale, come spesso è necessario per vedere riconosciuto un proprio diritto, perché le norme ci sono, ma poi manca l’applicazione pratica nella vita di tutti i giorni.
Giuseppe Giuliani