Sanità: il “Decreto Tariffe” aggiorna i Lea
La Conferenza Stato-Regioni del 12 novembre 2024 vede finalmente l’approvazione della bozza revisionata del Decreto Tariffe, con l’aggiornamento dei Lea dopo sette anni di attesa.
Aggiornati, dunque, i due tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica varati con Dpcm nel 2017 dall’allora ministra della Salute Beatrice Lorenzin. I nuovi tariffari entreranno in vigore il 30 dicembre, accogliendo la richiesta delle Regioni.
Non è invece stata recepita quella promossa principalmente dalla Lombardia, ovvero di poter attingere alle risorse del Fondo Sanitario in deroga alle tariffe massime. Tuttavia, la richiesta potrebbe essere inserita nella prossima manovra finanziaria.
Le novità del Decreto
Il decreto presenta più di 3mila voci con un impatto complessivo di circa 550 milioni di euro, principalmente destinati alla specialistica ambulatoriale (502,3 milioni) e una piccola parte (47 milioni) alla protesica.
L’obiettivo
L’aggiornamento dei Lea ha come obiettivo uniformare le prestazioni assistenziali ai cittadini su tutto il territorio nazionale, consentendo a tutti e a tutte di accedere alle migliori prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica disponibili nel nostro Paese.
Tra queste, troviamo ad esempio prestazioni di procreazione medicalmente assistita presenti nei Lea, prestazioni per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia e delle malattie rare, approfondimenti diagnostici strumentali di alta precisione nell’ambito della diagnostica per immagini, enteroscopia con microcamera ingeribile; screening neonatali, consulenza genetica per confermare o escludere un sospetto diagnostico, radioterapia all’avanguardia come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico.
Sul versante della protesica, troviamo invece ausili informatici e di comunicazione (comunicatori oculari e tastiere adattate per persone con gravissime disabilità); apparecchi acustici a tecnologia digitale; attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti; arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo.
L’attesa
«Dispositivi medici che la tecnologia rendeva disponibili per le persone con disabilità, tra cui, ad esempio, i comunicatori a comando oculare, essenziali per chi ha gravi difficoltà motorie, sarebbero dovuti essere previsti già nei primi Anni Duemila» sottolinea l’associazione Luca Coscioni. «Si tratta di un ritardo che evidenzia una grave mancanza di gestione nel Servizio Sanitario Nazionale, che si muove tra estenuanti mediazioni interne senza rispondere con tempestività alle reali esigenze di salute dei cittadini. Per questo invitiamo il Ministero della Salute e le Regioni ad agire con urgenza per una Sanità più giusta e inclusiva».
Roberta Gatto