Salute: Italia al secondo posto in Europa per speranza di vita
Il nostro Paese si conferma come uno dei migliori per aspettativa di vita in Europa, secondo solo alla Spagna. È quanto emerge da un report pubblicato dall’Ocse e intitolato “Health at a Glance: Europe 2024“.
Secondo l’analisi condotta dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, chi nasce in Italia nel 2023 può aspettarsi di vivere fino a 83,8 anni, ovvero due anni e mezzo sopra la media Ue. Unico neo: la sedentarietà.
I dati
L’Italia è quindi uno dei Paesi europei con la speranza di vita maggiore, un dato positivo dopo il calo dovuto ai decessi del 2020 legati alla pandemia.
Il report mostra poi come le donne italiane abbiano un’aspettativa più alta rispetto agli uomini: nel 2022, infatti, la speranza di vita per le italiane era di 84,8 anni contro gli 80,7 degli uomini.
Tuttavia, la vita delle donne italiane è caratterizzata da una maggiore presenza di problemi di salute e limitazioni delle attività, 20 per cento contro 17 per cento.
In questo caso gioca un ruolo fondamentale la sedentarietà: all’Italia va infatti la maglia nera per il tasso più basso di attività fisica tra i Paesi Ue.
Sedentarietà: nemica della salute
Secondo il rapporto, nel 2019 soltanto il 19 per cento degli intervistati soddisfava i livelli minimi raccomandati dall’Oms, ovvero 150 minuti alla settimana di attività fisica, numeri che calano drasticamente nella fascia over 65 (10 per cento).
Dati scoraggianti, se paragonati con la media europea del 22 per cento degli over 65 e del 32 per cento delle persone adulte.
La sedentarietà non risparmia nemmeno i giovanissimi. Nel 2022, l’Italia si è posizionata tra i Paesi Ue come quello con la percentuale più bassa per la fascia 11 e 15 anni (11 per cento per i primi e solo 5 per cento per i quindicenni).
L’inattività fisica sembra inoltre destinata ad aggravarsi nei prossimi anni; se non si corre ai ripari, secondo l’Ocse, la sedentarietà costerà al nostro Paese 1,3 miliardi di euro l’anno fino al 2050 per spese sanitarie aggiuntive.
Roberta Gatto