Disabilità nella Storia: Sarah Bernhardt (1844 – 1923)
Sarah Bernhardt, il cui vero nome è Henriette Rosine Bernard, nasce a Parigi il 22 ottobre del 1844. Soprannominata La voix d’or (“La voce d’oro”) e La Divina, Sarah Bernhardt è considerata una delle più grandi attrici teatrali del XIX secolo.
Terza delle quattro figlie di Judith Julie, una cortigiana di origine tedesca o forse olandese (detta Bernhardt dal “nome di battaglia” dell’amante Edouard de Thérard), nelle sue memorie Sarah descrive il padre (mai conosciuto) come “un avvenente ufficiale di marina trattenuto in Cina”. Sembra invece che fosse un avvocato.
La madre, che ama viaggiare, la affida a una balia in Bretagna fin da quando è solo una neonata. In seguito, viene affidata alle cure di una sorella, cortigiana di rango elevato, che preferisce metterla in un pensionato di suore. Qui, dopo una crisi mistica, la giovane Sarah si converte al cattolicesimo. Non è però un destino monacale, il suo. Sarah ha infatti un temperamento tale da portarla a dominare le scene e ad ammaliare gli uomini.
Primo fra tutti il duca di Morny, fratellastro di Napoleone III e amante della zia e poi della madre di Sarah. Il gentiluomo provvede alla sua educazione e Sarah frequenta con successo corsi di pittura e scultura all’Ecole des Beaux Arts. È però in convento che la ragazzina trova la sua vera vocazione, quando interpreta un angelo in una recita. Decide così che da grande sarà un’attrice. Morny la fa entrare al Conservatoire e da lì alla Comédie Française, dalla quale sarà però espulsa nel 1880 dopo aver dato uno schiaffo a un’attrice, per vendicare la medesima offesa rivolta alla propria sorellina.
Tra teatri e salotti
Ha soltanto15 anni quando, come le sorelle, comincia a prendere parte a cene di ricchi signori, talvolta titolati, come cortigiana.
L’attività le assicura, dopo due anni, un capitale da investire nell’acquisto di un appartamento vicino alla place Vendôme, dove riceve i clienti in un vasto salotto tappezzato di raso bianco.
Tra i suoi amanti troviamo artisti, scrittori come Gabriele D’Annunzio (si pensa anche Victor Hugo), generali, il principe di Galles, uomini politici. Tuttavia il figlio Maurice, avuto a 20 anni e forse concepito con il principe belga Eugène de Ligne, resta di padre ignoto proprio come lei. Nella cerchia dei suoi amanti ci sono anche i suoi primi attori, ricevuti in camerino, e la pittrice Louise Abbéma, con la quale ha una relazione mentre posa per alcuni ritratti. A quarantaquattro anni, durante una tournée a Londra, Sarah sposa Aristides Damala, un collega greco di ventisette anni, dipendente da morfina. Sarah lo aiuterà a pagare i propri debiti anche dopo la separazione, trovandosi costretta a vendere i propri gioielli. Nel 1889 il marito 34enne muore di overdose, lasciando Sarah vedova.
Opere e investimenti
Nel 1870, trasforma il Teatro “Sarah Bernhardt” (oggi Théâtre de la Ville) in ospedale per i feriti della guerra franco-prussiana.
Nel frattempo commissiona opere, Salomé, di Oscar Wilde, L’Aiglon di Edmond Rostand, una traduzione dell’Amleto, e ne scrive qualcuna, oltre a metterle in scena. Sarah è sempre protagonista, maschile o femminile, talvolta interpreta entrambi come nel caso di Shylock e Portia nel Mercante di Venezia.
Una vita sfavillante
Nel 1880 crea la propria compagnia teatrale, con la quale fa fortuna all’estero. A New York incontra Thomas Edison e registra su un cilindro sonoro un brano di Fedra. Rientrata in Francia, dirige dal 1893 il Théâtre de la Renaissance e successivamente il Théâtre des Nations, dove interpreta La signora delle camelie. Piuttosto eccentrica, tiene con sé animali esotici come leopardi e alligatori, indossa abiti sontuosi, si fa ritrarre mentre dorme in una bara e prende parte a sedute spiritiche.
Il caso Dreyfus
Tra le passioni di Sarah troviamo anche l’amore per i viaggi, dice che deriva “dall’amato sangue di Israele”. Educata da suore cattoliche, Sarah è però ebrea e difende per anni il colonnello Dreyfus.
Viaggia per il mondo, organizzando tournées da solista, e incontra personaggi illustri della scena artistica dell’epoca.
Nel dicembre del 1894 chiede all’artista Alfons Mucha di disegnare un manifesto per la sua produzione di Gismonda. L’opera incontra il gusto di Sarah e l’attrice propone al pittore di continuare a creare i poster per le sue opere. Durante il sodalizio, durato sei anni, Mucha diventa uno dei maggiori esponenti dell’Art Nouveau.
La disabilità
Nel 1915 le viene amputata una gamba, forse per tubercolosi ossea, forse dopo un incidente nell’ultimo atto di Tosca. Sarah ha 70 anni ma non smette di recitare. Lo fa da seduta, con la protesi di legno calca ancora le scene mondiali. Muore a Parigi il 26 marzo 1923 per uremia, all’età di 79 anni. È sepolta al cimitero di Père Lachaise. La sua tomba riporta solo il suo nome, senza altre iscrizioni.
Roberta Gatto