Anmic, Inps e accertamento disabilità

Dal 1º gennaio parte la sperimentazione che riguarda il sistema di accertamento dell’invalidità civile e della disabilità.

La principale novità riguarda il ruolo dell’Inps che sarà ente unico accertatore, cioè spetterà solo all’Istituto nazionale di previdenza sociale la valutazione di base, il compito di verificare le condizioni per il riconoscimento della disabilità. L’avvio del procedimento amministrativo per la valutazione di base avverrà direttamente con la trasmissione del certificato emesso dal medico di base. Il nuovo sistema entrerà a regime nel 2026, per ora si parte con la sperimentazione in nove province.

Sulla questione interviene l’Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili) per segnalare alcune criticità che devono essere affrontate per tempo.

Il punto di partenza è che uno degli obiettivi delle novità introdotte è quello di uniformare i processi e rendere più efficiente il riconoscimento dei diritti per le persone con disabilità. «Anmic» spiega il presidente nazionale Nazaro Pagano, «ha già avviato un dialogo con i vertici dell’Inps per garantire che la sperimentazione tenga conto delle necessità dei cittadini e che le persone con disabilità non subiscano ulteriori penalizzazioni».

Le principali criticità

Il primo problema riguarda il decreto attuativo che il ministero della Salute doveva emanare per individuare i criteri per la redazione dei certificati e per la valutazione stessa, ma ancora non c’è.

Il secondo è quello relativo all’organizzazione delle visite stesse che sarebbero previste nel Capoluogo di provincia e secondo l’Anmic andrebbero organizzate sul territorio per non costringere i cittadini con disabilità a estenuanti viaggi.

Le richieste di Anmic

L’Associazione chiede di rendere omogeneo anche tramite regolamento l’iter dell’accertamento in tutte le realtà territoriali: «se non c’è questo, partiamo col piede sbagliato» spiega ancora Pagano, «dobbiamo favorire l’uniformità dei criteri valutativi, migliorare i tempi nella risposta e dare piena attuazione ai principi che il decreto contiene».

Per Pagano, è anche necessario risolvere un problema di sovrapposizione di norme che si verifica in questo momento di passaggio tra i due sistemi.

Chi presenta il certificato oggi, con le vecchie norme, avrebbe 90 giorni di tempo per inviare la domanda amministrativa, ma dal 1º gennaio, nelle nove province sperimentatrici, entra la nuova regola che prevede la presentazione contemporanea di domanda e certificato.

Per questo, l’Inps ha emanato una circolare ben precisa che dice che tutti i cittadini di queste province che presenteranno entro l’anno il certificato dovranno inviare anche la domanda. 

Giuseppe Giuliani

Lascia un commento