Disabilità nella Storia: Louis Braille (Coupvray 1809 – Parigi 1852)
Louis Jean Philipe Braille nasce a Coupvray, una cittadina di poche centinaia di anime nella regione dell’Île-de-France, il 4 gennaio del 1809.
Figlio di un sellaio, fin da bambino Louis si interessa al lavoro del padre, interesse che segnerà per sempre la sua vita e quella di milioni di persone nel mondo, per innumerevoli generazioni a venire.
È infatti proprio nel laboratorio del padre, una piccola bottega adiacente alla casa dei coniugi Braille, che all’età di 3 anni Louis si ferisce all’occhio sinistro con una lesina, un piccolo attrezzo ricurvo simile a un punteruolo.
Un’infezione, presto diffusasi anche all’occhio destro, rende il piccolo Louis completamente cieco; all’età di dieci anni si trasferisce quindi a Parigi, per studiare presso l’Istituto dei Ciechi in Rue des Invalides.
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Louis Braille
L’edificio è fatiscente, le aule piccole e umide e gli studenti vivono ogni giorno in condizioni igieniche precarie. E forse è proprio qui che il giovane Louis contrae la tisi, una malattia respiratoria che lo consumerà lentamente, fino alla morte sopraggiunta il 6 gennaio 1852, all’età di 43 anni. Una vita breve, quella di Louis, segnata però da un incontro destinato a cambiare la Storia.
Charles Barbier De la serre
Non si può raccontare la vita di un uomo straordinario come Louis Braille senza menzionare un altro illustre personaggio come Charles Barbier De la serre. Senza il quale, probabilmente, il metodo di scrittura per i ciechi non esisterebbe.
Secondo alcune fonti (cfr. philippa Campsie, “Charles Barbier: a hidden story”), Louis Braille e Charles Barbier sarebbero stati contrapposti come Davide e Golia” circa la paternità della scrittura in rilievo, creata da Barbier proprio per favorire l’istruzione di persone cieche, sorde e povere. Altre fonti, invece, sostengono si trattasse di un metodo di scrittura notturna, creata da Barbier e utilizzata dai soldati francesi per scambiarsi informazioni al buio.
Non ci è dato conoscere la vera natura del rapporto tra Louis e monsieur Barbier; certamente, però, entrambi sono stati fondamentali per la nascita del metodo di scrittura ancora oggi utilizzato da milioni di persone con disabilità visiva in tutto il mondo.
Louis incontra monsieur Barbier proprio all’interno dell’Istituto dei Ciechi di Parigi, ed è proprio da questo incontro di menti e di intenti che la scrittura in rilievo prende vita. Inizialmente, infatti, le persone con disabilità visiva utilizzano lettere in cuoio e un sistema di scrittura con filo di rame, molto difficile da riprodurre e non agevole alla lettura.
Con il perfezionamento del metodo inventato da monsieur Barbier, Louis crea qualcosa di unico e destinato a cambiare per sempre il mondo.
La scrittura Braille
Il metodo creato da Louis si basa su una griglia contenente una serie di punti in rilievo. Per realizzarli, Louis si serve dapprima di una forchetta, poi di un punteruolo. La scrittura Braille viene considerata un codice, perché si serve di combinazioni di puntini in rilievo per rappresentare le lettere e i numeri, oltre a simboli grafici e notazioni musicali.
La griglia è costituita da rettangoli, ciascuno dei quali è diviso in sei sezioni numerate, tre a destra e tre a sinistra; partendo dalla sezione in alto a sinistra, abbiamo quindi le sezioni 1, 2, 3, mentre partendo da quella in alto a destra abbiamo le sezioni 4, 5 e 6.
L’alfabeto procede per aggiunta di punti, così ad esempio la lettera A è costituita da un unico punto in alto a sinistra (sezione 1), mentre la B dal punto in alto a sinistra (sezione 1) e da quello in alto a destra (sezione 4).
Il metodo inventato da Louis consente quindi non solo di scrivere velocemente, ma anche di leggere alla stessa velocità di una persona vedente. Agli inizi del XIX secolo, Louis Braille riesce a creare un incredibile strumento di autonomia per le persone cieche e ipovedenti, consegnando nelle loro mani un metodo rivoluzionario. Un metodo ancora oggi in uso in tutto il mondo.
Il vero Louis Braille
Ma chi è davvero questo giovane cieco così brillante, capace di cambiare le sorti di milioni di persone? Louis è un insegnante all’Istituto dei Ciechi, ma non solo. È anche un ottimo violoncellista, organista e giocatore di scacchi. Non ama intrattenersi in società, tuttavia prende parte ad alcuni ricevimenti ed è in confidenza sia con il dottor Pignier, direttore dell’Istituto dei Ciechi di Parigi, sia con la sorella di quest’ultimo, la signorina Luisa, con i quali scambia una fitta corrispondenza anche dopo che il dottor Pignier viene licenziato dall’istituto nel 1840.
Da alcune di queste lettere emerge un Braille inedito, serio ed educato, ma anche vivace e arguto.
Signore, vengo a conoscenza all’istante che il ricevimento del signor Pasquier avrà luogo giovedì 8 del corrente mese.
Temo che i suoi impegni, la sua salute, il cattivo tempo e soprattutto la scadenza, non le permettano di farmi avere due biglietti; tuttavia, se contro ogni aspettativa lei riuscisse a ottenere ciò che desidero, la prego di mandarmi i biglietti tramite qualcuno. Mi perdoni signore un linguaggio breve, ma la campanella della classe ha suonato. Rispetto e riconoscenza a lei e alla signorina sua Sorella, Braille.”
È possibile ascoltare la lettura di tutta la corrispondenza di Louis al link: https://www.youtube.com/watch?v=qXztHuleoMI
Per ciò che concerne l’aspetto fisico di Louis, si legge in Pierre Henry:
“Al suo arrivo nella casa, potevamo notare in lui una certa gravità infantile che ben si accordava alla finezza dei suoi lineamenti e all’aria spirituale e dolce del suo viso. Crescendo, conserverà sempre la stessa espressione di intelligenza, serenità e benevola dolcezza, fino alla fine; tuttavia quando parlava, i suoi tratti si ravvivavano molto spesso e prendevano qualche volta un’aria vivace e allo stesso tempo spirituale che contrastava con la calma abituale della sua figura“.
Sulla vita sentimentale di Louis, invece, non si hanno notizie. Citando ancora Henry:
“Non si conosce assolutamente nulla della vita sentimentale di Braille. Le sue condizioni di salute non gli hanno sicuramente permesso di aspirare alle gioie del matrimonio e della vita familiare. Ma se mai lo avesse desiderato, non avrebbe comunque potuto realizzare un tale progetto senza lasciare l’Istituto e dire addio ai suoi cari allievi e al suo amato lavoro”.
Una vita solitaria, dunque, dedicata al lavoro e alla famiglia d’origine, composta dalla madre Monique Braille, (il padre Simon-René Braille muore quando Louis è ancora molto giovane), dal fratello Louis Simon e dalle sorelle Monique Catherine Josephine Braille e Marie Céline Braille.
Louis trascorre gran parte della sua esistenza all’Istituto dei Ciechi di Parigi, dove si spegne a causa della tisi il 6 gennaio 1852, alle sette e mezza del pomeriggio. Così scrive Hanri Pierre in Vita e opere di Louis Braille: “I suoi amici e suo fratello vennero a stringersi attorno a lui per abbracciarlo l’ultima volta. Rivolse a ognuno un segno di affetto toccante e quando non gli fu più possibile parlare, compiva con le labbra dei movimenti di tenerezza che parlavano al cuore più di ogni parola; i presenti ne furono ammutoliti fino alle lacrime”.
Le spoglie sono custodite al Pantheon di Parigi.
Roberta Gatto