Neve, inclusione e sorrisi: quando la montagna abbatte ogni barriera
Le festività natalizie nelle stazioni sciistiche dell’Appennino modenese si sono tinte di un significato speciale quest’anno. Tra il bianco scintillante delle piste e l’entusiasmo degli sciatori, si è svolto un corso di sci dedicato a 17 giovani con spina bifida provenienti da tutta Italia.
L’iniziativa si è tenuta sulle piste di Sestola ed è stata organizzata dall’associazione Freerider Sport Events in collaborazione con l’associazione Spina Bifida Italia e il Consorzio del Cimone. «La neve non conosce barrier», afferma Nicola Busata, direttore tecnico di Freerider, che dal 2003 lavora per insegnare a sciare a bambini con difficoltà motorie.
Il corso
Quest’anno, il corso si è sviluppato nell’arco di tre giorni e ha regalato emozioni intense sia ai partecipanti che alle loro famiglie.
Il presidente del Consorzio Cimone, Luciano Magnani, ha espresso soddisfazione per la grande affluenza di visitatori durante le festività e per il valore aggiunto che queste iniziative portano al territorio. «Abbiamo lasciato alle spalle la crisi degli ultimi anni e ci auguriamo che la stagione continui con successo» dichiara.
Ma il cuore pulsante di queste giornate è stato il sorriso dei giovani sciatori che, nonostante le limitazioni fisiche, hanno potuto vivere la montagna in modo pieno. L’accoglienza delle famiglie e il supporto tecnico delle strutture hanno reso possibile questo straordinario risultato.
«Per questi bambini, sciare non è solo uno sport» spiega Busata, «ma un’opportunità per riscoprire la propria autonomia e rafforzare la fiducia in se stessi. Ogni discesa è il frutto di un lungo lavoro fatto di pazienza, innovazione e tecnologie che si aggiornano costantemente. Sperimentiamo soluzioni nuove per rendere l’apprendimento più semplice e sicuro».
Le novità introdotte
L’uso del monosci, con il supporto di maestri e volontari, consente ai bambini di sperimentare il brivido della discesa in tutta sicurezza. Ogni momento passato sulla neve rappresenta una piccola vittoria personale, un passo avanti verso una maggiore inclusione.
Questa esperienza dimostra come la montagna può diventare uno spazio di aggregazione e superamento dei limiti, dove il divertimento e l’inclusione camminano fianco a fianco. Le piste innevate dell’Appennino modenese non sono solo una meta turistica, ma un luogo dove i sogni prendono forma e ogni barriera viene abbattuta.
Massimo Usai