Non vedenti: una mostra per vedere l’aurora boreale con altri sensi
Le aurore boreali sono forse tra i fenomeni naturali più affascinanti del mondo, tanto da spingere le persone a intraprendere lunghi viaggi per poterle ammirare. L’ottava meraviglia del mondo, infatti, tinge il cielo di svariati colori come il rosa, il verde, l’azzurro e il viola, creando uno spettacolo di luci danzanti simile a un drappeggio che si muove nel cielo.
Un fenomeno ottico molto particolare, ma proprio per questo non fruibile da tutti. Da qui, l’idea di dare vita a una mostra ad hoc, per consentire anche alle persone con disabilità visiva di conoscere e percepire le aurore boreali.
Aurore boreali senza limiti
Tra gli appassionati di questo spettacolo naturale troviamo anche la fotografa e scrittrice Ada Grilli, ideatrice di una mostra accessibile.
L’idea di realizzare un percorso inclusivo nasce da una conferenza tenuta dalla fotografa ad Agordo, in provincia di Belluno, grazie all’intervento di una partecipante non vedente, Claudia Cattadori. La ragazza compra il libro di Ada e chiede di realizzare per lei una versione audio. Tuttavia, l’audiolettura non basta a rendere l’idea di ciò che accade durante questi fenomeni.
Dopo essersi confrontata con alcune persone con disabilità visiva, Ada decide quindi di costituire un gruppo di lavoro in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi sezione di Belluno, con il Centro Internazionale del Libro Parlato di Feltre e con il Museo Polare dell’Università di Tromso in Norvegia.
La mostra
L’obiettivo è quello di realizzare dei prototipi di aurore boreali, riproduzioni fisiche del fenomeno e dei meccanismi da cui prendono vita a certe latitudini.
Il progetto, chiamato inizialmente “Sentire l’invisibile – Toccare l’ineffabile“, si sviluppa nel bellunese e si serve delle competenze messe a disposizione dai futuri visitatori della mostra, ovvero persone cieche e ipovedenti, ai fini di creare un percorso immersivo e accessibile. La mostra, così come Ada l’ha immaginata, comprenderà stampe di grandi dimensioni, video, registrazioni audio, testimonianze dai Paesi artici e riproduzioni tattili delle immagini.
Il percorso prevede una prima parte dove i visitatori verranno guidati alla scoperta del fenomeno (dall’origine sul sole fino alla zona della ionosfera nella quale prende vita), attraverso audioguide in grado di spiegare i meccanismi fisici; in seguito, sarà possibile toccare con mano le aurore boreali, grazie alle riproduzioni tridimensionali.
Infine, il percorso fornirà un contatto telematico tra gli artisti e i fruitori, in modo da rendere l’esperienza ancora più immersiva.
«Il sogno», spiega l’ideatrice, «è di aprire la mostra in occasione delle olimpiadi e paralimpiadi 2026». Per realizzare il progetto occorrono però molti fondi: «Faremo fund raising e un promo per supportare la raccolta, nell’auspicio che la bellezza delle aurore boreali possa essere percepita anche da chi non vede».
Roberta Gatto