Fish chiede il monitoraggio delle strutture per le persone con disabilità

La Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie (si chiama così dallo scorso mese di dicembre) chiede che vengano controllate le strutture sanitarie e sociali che ospitano persone con disabilità in Italia.

La preoccupazione per le 284mila persone che si trovano all’interno di queste strutture sul nostro territorio emerge in una nota del presidente Vincenzo Falabella.

Falabella fa riferimento a un commento del Sottocomitato Onu sulla Convenzione contro la tortura nel quale si spiega che le persone chiuse in istituti che non garantiscono sostegno adeguato sono sostanzialmente private della libertà. 

La situazione

«In Italia» si legge nella nota Fish, «oltre 284mila persone con disabilità sono istituzionalizzate, spesso in luoghi che non riproducono l’ambiente familiare. Luoghi che, nel 98,3 per cento dei casi, risultano potenzialmente segreganti».

Le recenti notizie di violenza e maltrattamenti confermano, secondo la federazione, l’urgenza di un monitoraggio efficace e sistematico di queste strutture.

I garanti

Nella nota, si fa anche riferimento all’intervento compiuto da Mauro Palma, precedente Garante nazionale delle persone private della libertà. Palma ha infatti inserito anche le strutture sanitarie e sociali tra quelle da controllare per verificare il rispetto dei diritti umani.

L’auspicio di Fish è che si vada avanti in questa direzione e, ricordando che oggi la competenza è del Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, preannuncia la richiesta di un incontro con il garante stesso (Maurizio Borgo) sulla questione.
Le conclusioni

Falabella conclude dicendo che «il rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità non può essere subordinato a logiche istituzionali che perpetuano modelli segreganti e violano la dignità individuale». Pertanto,  Fish ribadisce ancora una volta «la necessità di soluzioni alternative come il sostegno alla vita indipendente».

Giuseppe Giuliani

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