Giornata Internazionale dell’Abbraccio: ecco perché fa bene alla salute
Martedì 21 gennaio si celebra la 39° Giornata Internazionale dell’Abbraccio. Una giornata molto particolare e dal forte valore sociale, ma non solo. Dopo il Blue Monday, il lunedì più triste dell’anno, il mese di gennaio celebra l’importanza del contatto fisico e i suoi effetti positivi sul corpo e la mente.
Finite le festività natalizie, il primo mese dell’anno, caratterizzato da freddo, giornate corte e cattivo tempo, può avere un effetto negativo sull’umore. Con la Giornata Internazionale dell’Abbraccio, però, ricordiamo come un semplice gesto di affetto possa migliorare il nostro stato di salute.
I benefici
Secondo diversi studi scientifici, abbracciare una persona cara o un animale domestico aumenta i livelli di ossitocina, ormone deputato a migliorare l’umore e stimolare il benessere. Ma non solo: gli abbracci riducono i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress legato ai processi infiammatori.
Inoltre, in una giornata particolarmente negativa, l’atto di abbracciare può rivelarsi una vera e propria medicina.
Lo studio
Secondo uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista Psychological Science e intitolato “Receiving a Hug Is Associated With the Attenuation of Negative Mood That Occurs on Days With Interpersonal Conflict” (ricevere un abbraccio attenua gli stati d’animo negativi correlati a giornate caratterizzate da conflitti interpersonali) un abbraccio può essere un valido supporto psicologico nei momenti di conflitto.
Ma i benefici di un abbraccio non riguardano soltanto la sfera psicologica.
Questione di cuore
Secondo uno studio condotto dalla ricercatrice Karen Grewen, dell’Università della Carolina del Nord, gli abbracci avrebbero un effetto positivo anche sul sistema cardiovascolare.
La ricerca, condotta su 200 persone di età compresa tra i 19 e gli 80 anni, sposate o conviventi da almeno 6 mesi e senza problemi di ipertensione, ha infatti dimostrato come un abbraccio riduca notevolmente i livelli di pressione sanguigna, fungendo da vero e proprio anti-ipertensivo.
L’esperimento
Le coppie esaminate sono state suddivise in due gruppi. In una prima fase, al primo gruppo è stato chiesto di abbracciarsi e conversare su esperienze condivise per circa dieci minuti, mentre al secondo gruppo è stato detto di non interagire fisicamente. Nella seconda fase, a ciascun partecipante è stato chiesto di registrare un discorso di circa tre minuti, per simulare una situazione di stress. Al termine della seconda fase, chi aveva precedentemente ricevuto un abbraccio presentava livelli di pressione più bassi rispetto a chi non aveva avuto un contatto fisico con il o la partner.
Quanto dura un abbraccio
Non tutti gli abbracci sono uguali. Un abbraccio frettoloso, come quando ad esempio ci si saluta, non ha gli stessi effetti neurochimici di un abbraccio empatico, della durata di almeno 20 secondi. Il dato è emerso da una ricerca dell’University College of London del 2024.
A confermare l’importanza del contatto fisico, il fenomeno chiamato dagli esperti “fame di pelle”, ovvero una necessità di contatto fisico venuto meno durante le limitazioni della pandemia.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il contatto fisico ha infatti anche effetti benefici sull’organismo, confermati da uno studio della Carnegie Mellon University. Stimolando il sistema immunitario, un abbraccio riduce le probabilità di ammalarsi, sia perche combatte l’ansia, sia perché la pelle è una parte importante delle nostre difese immunitarie.
Infine, il valore sociale di un abbraccio contribuisce a creare legami, a farci sentire accolti e accettati e può essere utilizzato come forma di conforto e riconciliazione.
Roberta Gatto