La violenza nascosta: il rapport shock sulle donne con disabilità
L’ultimo report redatto dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, “Il Punto – Il Pregiudizio e la violenza contro le donne“, (periodo tra ottobre 2023 e settembre 2024), svela una realtà inquietante: un incremento del 66 per cento nei reati perpetrati contro donne disabili rispetto all’anno precedente, con un totale di 540 episodi di violenza registrati.
Il dettaglio di questi crimini è ancora più sconcertante: 319 episodi sono avvenuti all’interno della sfera familiare, 94 hanno avuto connotazioni sessuali, mentre 127 sono stati classificati come atti persecutori. Questi numeri non solo illustrano l’ampiezza del problema, ma evidenziano anche la vulnerabilità specifica delle donne con disabilità, spesso vittime silenziose di aggressioni nei luoghi in cui dovrebbero sentirsi al sicuro: le loro case e le strutture sanitarie.
Il Rapporto
Il rapporto esamina in profondità le dinamiche di queste violenze, rivelando come molto spesso i carnefici siano proprio coloro che dovrebbero proteggere le vittime. Le donne con disabilità sono considerate bersagli “facili” a causa delle loro limitate capacità di difesa, aggravate da condizioni fisiche o cognitive che possono impedire una reazione efficace. La maggior parte di queste aggressioni avviene in contesti di isolamento, dove le vittime non solo faticano a difendersi ma hanno anche difficoltà a comunicare l’accaduto o a cercare aiuto.
Uno degli aspetti più critici evidenziati dall’indagine è la mancanza di denunce. Molte donne con disabilità non denunciano gli abusi subiti a causa di una serie di ostacoli strutturali e culturali, inclusa la paura di non essere credute o la mancanza di risorse adeguate per supportarle nel processo. Questo silenzio è ulteriormente rafforzato dalla solitudine in cui queste donne si trovano spesso immerse, un isolamento che può essere sia fisico che emotivo.
Osservatorio per la sicurezza
L’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (Oscad) sottolinea come l’incremento dei casi potrebbe riflettere non solo un aumento effettivo della violenza, ma anche una maggiore consapevolezza di questa realtà. E questo grazie a campagne di sensibilizzazione e di una migliore formazione delle forze dell’ordine. Queste iniziative sono fondamentali per combattere il cosiddetto “under-recording”, ovvero la sotto-segnalazione dei reati, che spesso deriva da una mancanza di comprensione degli agenti di polizia sulle specifiche vulnerabilità delle donne disabili e sui modi in cui la violenza può essere esercitata contro di loro.
I pregiudizi
Il report fa anche luce sui pregiudizi persistenti che influenzano negativamente la percezione delle donne con disabilità. Stereotipi dannosi come l’essere considerate asessuate, indifese, dipendenti, o non in grado di gestire la propria vita, degradano non solo la loro dignità, ma anche la serietà con cui vengono trattati i crimini contro di loro. Preconcetti radicati profondamente nella società e che richiedono un impegno collettivo per essere eradicati.
Le misure possono includere una migliore educazione pubblica sulle questioni delle disabilità, programmi di formazione specifici per le forze dell’ordine, e una maggiore disponibilità di risorse per supportare le vittime nel loro percorso di denuncia e recupero.
Massimo Usai