Un braccio artificiale dotato di tatto

I risultati di questo studio che apre nuovi scenari per le persone che hanno avuto una lesione al midollo spinale, sono stati pubblicati sull’autorevole rivista americana “Science”. Il futuro prevede di gestire un braccio artificiale attraverso il pensiero, ma soprattutto di poter, attraverso lo stesso braccio, usufruire del tatto.

Lo studio

I ricercatori del Cortical Bionics Research Group hanno scoperto un sistema che consente di codificare le sensazioni tattili e inviare degli impulsi al cervello per riprodurle.

Quello che per ora è un esperimento condotto da ricercatori italiani e americani su due pazienti, prevede che un braccio artificiale montato su una carrozzina venga “gestito” direttamente dal paziente. E che questo paziente possa provare sensazioni tattili.

In una persona che ha subito una lesione del midollo spinale, i segnali che arrivano dalla mano al cervello vengono interrotti e questo impedisce a chi tocca qualcosa di provare la sensazione del tatto.

Quello che sinora era possibile, era ridare una funzionalità all’arto attraverso segnali cerebrali, ma senza la sensazione tattile quasi tutte le attività erano precluse, perché l’arto risultava comunque un corpo estraneo.

Il senso del tatto

Ai due pazienti, sottoposti a sperimentazione, sono stati inseriti degli impianti che dovevano registrare l’attività elettrica del cervello chiamato a far lavorare il braccio o la mano. Questi segnali venivano prodotti, ma non trovavano applicazione a causa della lesione. Nel corso degli anni, tutti questi segnali sono stati memorizzati e ora i due pazienti sono in grado di effettuare una serie di movimenti che presuppongono un “dialogo” tra il cervello e il braccio artificiale. Gli impulsi vengono sollecitati artificialmente attraverso la stimolazione cerebrale e il paziente gestisce il braccio artificiale come se fosse il suo.

Il senso del tatto è al momento così restituito in modo parziale e per alcune attività, ma per ampliare lo spettro delle sensazioni percepibili servono studi più approfonditi e una tecnologia superiore.

Giuseppe Giuliani

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