Roberto Pili, «quel patrimonio genetico appartiene ai sardi»
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Roberto Pili
«Quel grande “giacimento scientifico” costituito dal Dna ogliastrino è importante torni nella disponibilità dei sardi». Così il presidente della Comunità Mondiale della Longevità Roberto Pili si è espresso a riguardo dell’iniziativa promossa dalla Fondazione per la Tutela dell’identità ogliastrina e della Barbagia di Seulo presieduta da Flavio Cabitza.
La stessa Fondazione ha ora promosso una istanza al Tribunale civile di Cagliari chiedendo si esprima in via definitiva sulla proprietà del Dna e sulla sua riconsegna ai cittadini.
«È giunto il momento» sottolinea Roberto Pili, «di rimuovere quel “blocco scientifico” che si è generato riguardo l’importante patrimonio dei sardi che è la banca del genone così da poter riprendere su di loro gli studi».
Facciamo un passo indietro. Venti anni fa venne fatto un prelievo del Dna a oltre 13mila ogliastrini in dodici dei 24 Comuni che la compongono. Le ragioni? Promuovere la ricerca scientifica per riuscire a rivelare quali segreti possono esserci riguardo i record di longevità che si registrano nella zona considerata una delle cinque “Blue Zone” del Mondo: cioè dove si concentra il maggior numero di centenari. Le altre Blue Zone, Zone Blu, sono l’isola di Ikaria in Grecia, Nicova in Costa Rica, Okinawa in Giappone, e Loma Linda in California.
Attualmente il campionario di Dna ogliastrino è detenuto dalla “Tiziana Life”, società di biotecnologie che concentra la propria attività sulla scoperta e sullo sviluppo di molecole per il trattamento di malattie umane in oncologia e immunologia. Ha sede a Londra.
«Insieme con il presidente della Fondazione per la Tutela dell’identità ogliastrina e della Barbagia di Seulo (Iobs) Flavio Cabitza e l’avvocato Lorenzo Marilotti» insiste Roberto Pili, «si è ora presentata istanza al Tribunale civile di Cagliari perché si esprima in via definitiva sulla proprietà del Dna». L’obiettivo fissato è «riconsegnarlo ai cittadini» insiste ancora Pili.
«Si tratta di una battaglia» conclude Roberto Pili, «che ha implicazioni delicate perché vanno ben oltre i confini della Sardegna, ma riguardano questioni globali di privacy, etica nella ricerca e il futuro del patrimonio genetico umano».