La Cgil critica la riforma sulla disabilità

Arriva dalla Cgil una critica senza sconti alla sperimentazione in atto in nove province italiane sulla riforma della disabilità. È il primo passo di un provvedimento che dal prossimo anno dovrebbe diventare operativo su tutto il territorio nazionale, ma i problemi si sono presentati tutti e subito.

I problemi

«La valutazione di base attraverso la quale individuare le necessità di sostegno della persona con disabilità» scrive la Cgil in una nota, «è passata in mano all’Inps e sin da subito sono emersi problemi per la mancanza di strutture adeguate alle visite di accertamento e carenza di medici di medicina legale per le commissioni mediche valutative». Ma altri problemi si aggiungono a questi: la domanda da presentare tramite certificato medico telematico non è operazione per tutti e il nuovo certificato medico introduttivo si è rivelato un problema per i medici di medicina generale e per le persone stesse. E senza quello non si accede a indennità economiche e accompagnamento.

Una situazione bloccata

Quello che emerge da questa prima fase della sperimentazione è che nelle nove province coinvolte, al momento, non ci sono domande di invalidità. Ci sono pochissimi certificati inoltrati, molti procedimenti sono bloccati, e per di più mancano anche le risposte con la conseguenza di aumentare il disagio di chi deve ottenere il riconoscimento della condizione di invalidità e disabilità e accedere alle tutele economiche e alle prestazioni.

«La semplificazione amministrativa» secondo la Cgil, «ha allungato i tempi e fatto risparmiare sulla pelle dei più fragili e mancano ancora alcuni fondamentali decreti attuativi della riforma stessa».

Le conclusioni

La Cgil chiede al Governo di emanare e finanziare i decreti mancanti, all’Inps di risolvere subito i problemi tecnici del proprio applicativo, che i medici di medicina generale siano messi in condizione di svolgere il proprio lavoro e che costi e problemi non ricadano più sulle persone.

Il sindacato ricorda di aver segnalato per tempo le mancanze e i rischi per l’attuazione della riforma, ma Ministero e Inps hanno sempre evitato il confronto.

Giuseppe Giuliani

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