Lavoro e disabilità, la situazione in Italia
Si parte dalla legge 68 del 1999, quella che avrebbe dovuto portare all’assunzione obbligatoria di persone con disabilità in proporzione al numero di dipendenti. Inutile dire che non ha funzionato e che l’inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro e quindi dell’integrazione resta un’utopia. Non si sa neanche in che termini abbia fallito, perché i numeri non si conoscono. A fare una sintesi della situazione è stato recentemente il Corriere della Sera.
I numeri
I dati noti sono questi: in Italia ci sono 13 milioni di persone con disabilità e per 3 milioni di loro, la disabilità è gravissima. A lavorare è una persona con disabilità su tre (una sua quattro se è donna). Le persone con disabilità lavorano soprattutto nella pubblica amministrazione (quasi il 50 per cento di occupati) poi, nei servizi.
Meglio le sanzioni
Ma un altro dato estremamente significativo è quello che racconta della scelta delle aziende di pagare le sanzioni al Fondo per la disabilità pur di non assumere, a fronte di incentivi e agevolazioni fiscali che vengono concesse a chi assume tra le categorie protette.
Le cause
La situazione dice di una mentalità arretrata, ma anche di carenze di una società non ancora capace di operare per una reale integrazione: a influire sulla scarsa occupazione delle persone con disabilità è spesso il diverso livello di istruzione, prodotto di una scuola che non include e dell’assenza di un numero adeguato di insegnanti di sostegno.
Il segnale positivo
C’è anche qualche indicazione di una controtendenza, come la figura del Disability manager, già presente in alcune regioni e chiamato a facilitare l’accesso al lavoro delle persone con disabilità.
Giuseppe Giuliani