Disabilità nella Storia: James Joyce (Dublino, 1882– Zurigo, 1941)
James Augustine Aloysius Joyce nasce a Dublino, in Irlanda, il 2 febbraio 1882. Primogenito di John Stanislaus Joyce e di Mary Jane Murray, James cresce in una famiglia medio borghese profondamente cattolica , composta da dodici figli, di cui solo dieci sopravvissuti.
Il padre, un doganiere originario di Cork, nel 1887 viene assunto come esattore delle tasse e si trasferisce con la famiglia a Bray, una cittadina sul mare a sud della capitale.
Il piccolo James è un bambino molto intelligente ma anche molto timoroso. Ha paura dei cani e dei temporali, fobie che lo accompagneranno per tutta la vita.
A nove anni compone la sua prima opera, un libello in cui critica aspramente il nazionalista irlandese Timothy Healy, accusato di aver abbandonato Charles Stewart Parnell, leader del partito indipendentista, nel bel mezzo di uno scandalo.
Nel 1891, James è costretto a lasciare il Clongowes Wood College e a studiare a casa; suo padre John ha infatti perso il lavoro e non può più permettersi di pagare la retta. Il giovane Joyce viene poi accolto gratuitamente al Belvedere College, una scuola gesuita, nella speranza di vederlo entrare in seminario. Tuttavia, James è un ribelle anticonformista che rifiuta il cristianesimo.
Nel 1898 studia lingue moderne all’University College di Dublino e presto comincia a lavorare come traduttore di opere straniere. Si laurea nel 1902, dopo quattro anni in cui produce diversi articoli e due commedie andate perdute. In questi anni, James comincia anche le prime sperimentazioni letterarie, le cosiddette Epifanie, fondamentali per una delle sue opere più celebri, “The Dubliners” (Gente di Dublino).
Nonostante la spiccata attitudine alla scrittura, James sogna di diventare medico e si trasferisce a Parigi nella speranza di frequentare la Sorbona. Purtroppo, le condizioni economiche e la morte della madre per un tumore lo costringono a fare ritorno in Irlanda.
Per sbarcare il lunario, James pensa di affiancare al lavoro come articolista e insegnante quello di cantante: è infatti un eccellente tenore e nel 1904 vince la medaglia di bronzo al Feis Ceoil (Festival della musica). Lo stesso anno, James incontra la sua futura compagna, Nora Barnacle, una cameriera di Galway, e pubblica diversi lavori in poesia e in prosa.
Il rapporto con gli altri
Scrive di lui l’amico Oliver St. John Gogarty: «ho sempre percepito James fuori posto quando si trattava di confrontarsi con l’amore. C’era un qualcosa di affettato, tollerante e artificiale sulle poche canzoni d’amore che aveva cantato». Le difficoltà a relazionarsi con gli altri portano presto il giovane scrittore a dover lasciare l’Irlanda con la compagna, in un esilio autoimposto, e a raggiungere Zurigo.
Qui, dopo aver scoperto di essere stato ingannato circa l’assunzione come insegnante alla Berlitz School, viene reindirizzato a Trieste, dove scrive alcuni racconti che faranno poi parte di Gente di Dublino.
James vive senza badare a spese e ha la tendenza a bere, caratteristiche che gli causano forti contrasti non solo con la compagna Nora, ma anche con uno dei fratelli. Nel 1907 lavora come articolista per Il Piccolo della sera, venendo però rifiutato dal Corriere.
Fondamentale, durante il periodo triestino, l’incontro con lo scrittore italiano Italo Svevo, prototipo per il personaggio di Leopold Bloom (protagonista dell’Ulisse).
Nel 1920, anche a causa dei rapporti molto tesi con il fratello, accetta di trasferirsi a Parigi, dove trascorre vent’anni. Qui conosce la libraia Sylvia Beach, con la quale pubblica nel 1936 l’Ulisse. Sylvia è anche una cara amica dello scrittore e sua confidente, un rapporto che durerà oltre dieci anni.
La salute
Joyce soffre di diversi disturbi, aggravatisi con il peggiorare della depressione nel periodo dell’invasione nazista di Parigi. La salute degli occhi viene compromessa con l’insorgenza di cataratta e glaucoma. James soffre di disturbi intestinali e, in seguito a un intervento per ulcera duodenale, il 13 gennaio 1941, entra in coma. Muore alle due del mattino.
Il suo corpo viene cremato e le ceneri conservate al cimitero di Fluntern, a Zurigo.
Roberta Gatto