La plastica? È dentro di noi!
Le microplastiche sono presenti in tutti i tessuti degli organi umani, ma un recente studio americano rivela che si concentrano in quantità notevoli anche nel cervello e soprattutto la loro presenza è aumentata del 50 per cento rispetto a soli otto anni fa.
Lo studio
Il team dell’Università di Scienze della Salute del New Mexico, guidato da Matthew Campen, ha analizzato campioni di tessuti di fegato, reni e cervello di corpi umani sottoposti ad autopsia in due momenti diversi: nel 2016 e nel 2024 e, attraverso nuovi metodi, ha individuato micro e nanoparticelle presenti nel tessuto di quegli organi.
Da tempo è noto che oggetti di plastica possono perdere piccole parti o fibre che finiscono nell’aria, nell’acqua e nella catena alimentare e da lì entrano nel corpo umano e si depositano negli organi. La novità riguarda le dimensioni della plastica trovata nel cervello: particelle da 7 a 30 volte più piccole rispetto a quelle rinvenute in fegato e reni.
In tutti i campioni esaminati sono state rinvenute tracce di plastica, fegato e reni esaminati nel 2016 mostravano concentrazioni simili che sono risultate di gran lunga superiori nei tessuti esaminati lo scorso anno. Questo andrebbe a dimostrare un aumento della diffusione di micro e nanoplastiche nell’ambiente.
I numeri sono ancora più significativi nel confronto con campioni prelevati tra il 1997 e il 2013: è la conferma che in pochissimi anni l’incremento della plastica all’interno degli organi è stato notevole. Per essere più precisi, in otto anni la quantità di plastica rinvenuta nei tessuti umani è cresciuta del 50 per cento.
Dimensioni di micro e nanoplastiche
Le microplastiche hanno dimensioni comprese tra i 5 millimetri e e 1 micrometro (un milionesimo di metro), mentre le nanoplastiche raggiungono il miliardesimo di metro.
La maggior parte delle sostanze plastiche rinvenute nel cervello era di queste ultime dimensioni.
La plastica nel cervello
Lo studio rappresenta la conferma a sospetti che gli scienziati avevano da tempo: cioè che le micro e le nanoplastiche possano superare la barriera cerebrale; altri studi avevano già dato risposta positiva alla domanda e questo ne è ulteriore conferma. Non solo: la quantità di plastica rinvenuta nel cervello è da sette a trenta volte superiore a quella trovata in altri organi. In pratica lo 0,5 del peso del cervello è dato dalla plastica.
Si tratta in prevalenza di polietilene, una plastica molto comune, quella delle buste per esempio.
Le conseguenze sulla salute
Gli effetti di questa presenza della plastica nel corpo umano non sono ancora noti e gli studi sono solo agli inizi. Sembra proporsi però una correlazione tra la presenza di plastica nell’organismo e la demenza. Lo studio ha dimostrato che in diverse persone alle quali era stata diagnosticata la demenza prima di morire, la percentuale di plastica presente nel cervello era da tre a cinque volte superiore rispetto alle altre persone. Ma altri studi hanno già fatto suonare in passato il campanello d’allarme: le nanoplastiche possono modificare il sistema endocrino e aver conseguenze sull’apparato riproduttivo, mentre le microplastiche trovate nelle placche delle arterie potrebbero aumentare il rischio di ictus e infarto.
Giuseppe Giuliani