Disabilità e moda, a che punto siamo
Da una recente ricerca, condotta dal sito e-commerce di abbigliamento Zalando e dall’istituto di ricerca YouGov, risulta che l’industria della moda è il terzo settore meno inclusivo per le persone con disabilità, preceduto solo da trasporti e urbanistica. Questo nonostante una persona su sei (dati Organizzazione Mondiale della Sanità) conviva con una disabilità.
Otto italiani su 10 non hanno mai sentito parlare di moda adattiva e così anche il 70 per cento delle persone con disabilità.
Come dovrebbe essere
Il sondaggio dà anche delle indicazioni su come dovrebbe essere la moda adattiva: si parte da una descrizione che evidenzi le caratteristiche adattive del capo, una collezione ampia e che garantisca varie opportunità di scelta, prezzi accessibili e testimonial credibili con esperienza diretta del prodotto.
Quali sono i limiti
Sinora la moda adattiva non si è sviluppata soprattutto per la scarsa consapevolezza dei brand e per i costi elevati. Quasi quattro persone su dieci ritengono che i produttori di abbigliamento dovrebbero fare di più, ma sei su dieci sono sicure che nei prossimi anni aumenteranno le aziende interessate a questo segmento di mercato.
Dove si compra
Per quanto riguarda i canali di acquisto della moda adattiva, l’e-commerce è il preferito per il 35 per cento delle persone che hanno partecipato al sondaggio, soprattutto per la possibilità di evitare negozi affollati e spesso difficilmente accessibili.
Le informazioni o la promozione della moda adattiva arrivano soprattutto attraverso i social media e i media tradizionali, poi i testimonial con disabilità, gli eventi e le sfilate dedicati alla moda adattiva. Ma la situazione cambia, se vengono interpellate le persone con disabilità: in quel caso sono proprio eventi e sfilate a rappresentare il principale “canale d’informazione” con, a seguire i social media.
Quali strategie adottare
A favorire una crescita della moda adattiva, secondo le persone interpellate per il sondaggio, potrebbero essere le recensioni di persone con disabilità che usano i capi d’abbigliamento e poi comunicazioni mirate da parte delle aziende e la creazione di una sezione dedicata sui siti che commercializzano i capi.
Le scelte delle persone con disabilità
La prima condizione indicata dalle persone con disabilità per un capo di abbigliamento è che consenta loro di vestirsi autonomamente, ad esempio con bottoni magnetici o cerniere nascoste.
Prediligono capi semplici da indossare e da togliere, senza cuciture e con etichette facili da rimuovere.
Ci sono poi le situazioni specifiche: chi usa protesi e chi si trova in sedia a rotelle cerca maniche facili da aprire o capi accorciati solamente per la parte superiore del corpo.
Comodità deve fare rima con stile
Avere bisogno di capi comodi e facili da indossare non significa dover rinunciare all’estetica. Quindi alla praticità deve sempre accompagnarsi lo stile e chi sceglie un capo d’abbigliamento deve aver la possibilità di esprimere la propria personalità.
Giuseppe Giuliani