Anmic e la beffa delle pensioni di invalidità
L’Anmic annuncia battaglia. Il tema è quello delle pensioni di invalidità e degli importi che l’Ente di tutela e rappresentanza delle persone con disabilità definisce «un’ulteriore beffa per chi vive in condizioni di grave difficoltà economica».
I nuovi importi delle pensioni
Per l’Anmic, «lo Stato italiano ignora le difficoltà delle persone con disabilità» perché non può essere valutato diversamente un assegno di 336 euro al mese in un periodo di inflazione e aumento dei costi in tutti i settori».
Sul suo sito internet, l’associazione pubblica una tabella con i nuovi importi delle pensioni per il 2025 e, per citare un esempio, un invalido civile parziale con solo assegno di assistenza e con un limite di reddito di 5771 euro ha diritto a 336 euro.
I costi aggiuntivi
«Questa somma» commentano dall’Anmic, «non copre nemmeno le spese basilari di sopravvivenza». Le persone con disabilità ogni giorno devono affrontare costi aggiuntivi per assistenza, terapie, trasporti e strumenti sanitari, ma i limiti di reddito per ottenere l’assegno restano bassissimi ed escludono persone che avrebbero bisogno di un aiuto economico.
La battaglia del 2008
Nel 2008, Anmic aveva chiesto l’aumento delle pensioni di invalidità e la loro equiparazione al trattamento minimo pensionistico. Lo aveva fatto attraverso la raccolta di 500mila firme e con il sostegno di altrettante persone che ritenevano fosse arrivato il momento di dare una risposta alle necessità delle persone con invalidità. Ma da allora solo promesse e adeguamenti minimi e, soprattutto, insufficienti.
La battaglia continua
«Chiediamo» dice il presidente di Anmic Nazaro Pagano, «che le Istituzioni riconoscano finalmente il valore della dignità umana e agiscano con misure concrete, non con interventi simbolici che lasciano migliaia di cittadini in condizioni di grave disagio. Le persone con disabilità» conclude Pagano, «hanno diritto a un sostegno economico adeguato».
Giuseppe Giuliani