Arriva il sì dei medici, McFall può andare nello spazio

John McFall,

Nulla osta. La commissione medica della Stazione Spaziale Internazionale ha sciolto le riserve: John McFall, chirurgo britannico e già campione paralimpico nel 2007 nella velocità, può andare nello spazio.

L’Esa (l’Agenzia spaziale europea) aveva già dato il via libera al termine dello studio Fly, dicendo che un astronauta senza una gamba poteva partecipare a una missione spaziale.

Il progetto

Il progetto Fly ha preso il via nel 2020, partendo dall’individuazione di tutte le disabilità che avrebbero potuto consentire la partecipazione a una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale. Effettuate le prime verifiche e valutato che l’assenza di un arto potesse essere compatibile con la missione, si è cercato il candidato ideale.

John McFall

In questo modo, si è arrivati a John McFall, medico ortopedico con una protesi alla gamba e già campione paralimpico nei 100 e 200 metri. Ci sono voluti i successivi due anni per valutare tutte le potenziali controindicazioni legate alla sua disabilità, superato lo scoglio, il progetto è entrato nella fase che precede il viaggio nello spazio.

La certificazione medica

McFall ha superato a pieni voti il test: ottenendo l’abilitazione anche per le missioni di lunga durata, quelle superiori ai 30 giorni.

Si tratta di un passo avanti notevole sul piano delle conoscenze che riguardano i viaggi nello spazio e le conseguenze sul corpo umano. Soprattutto se si considera che in passato per volare nello spazio venivano scelte solo persone in perfetta forma fisica, più per mancanza di conoscenze che per effettiva necessità.

Gli ultimi passaggi

A questo punto, manca la certificazione per la protesi: i lavori sono in corso e l’ostacolo dovrebbe essere superato entro l’anno. Ma soprattutto vanno definiti i compiti di McFall in questa missione. Le proposte arrivano da università e privati, interessati a utilizzare le caratteristiche del primo astronauta con disabilità per avviare nuovi progetti di ricerca o sperimentazioni su una stazione spaziale.

Giuseppe Giuliani

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