Disabilità: l’avvio della riforma slitta al 2027

Prima c’era il sospetto, ora la certezza. La riforma della disabilità entra in vigore il 1 gennaio 2027 e non più il 1 gennaio 2026. Infatti, con la commutazione in legge del Decreto Mille Proroghe (approvato in Senato con 163 voti favorevoli), la sperimentazione volta a semplificare il sistema di accertamento dell’invalidità civile e a introdurre la nuova valutazione multidimensionale per la programmazione del “Progetto di vita”, avviata il 1° gennaio 2025, viene estesa ad altre province e prolungata da 12 a 24 mesi.

Le novità

Alle nove province già coinvolte nella sperimentazione, ovvero Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste, vanno quindi ad aggiungersi anche Aosta, Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza e provincia autonoma di Trento.

Inoltre, i nuovi criteri per l’accertamento dell’invalidità saranno applicati anche a patologie come artrite reumatoide, cardiopatie, broncopatie e malattie oncologiche.

Sono inoltre disponibili 900mila euro aggiuntivi per l’anno 2027, volti a finanziare una segreteria tecnica che lavorerà al fianco del Ministero per le Disabilità fino al 31 dicembre 2027.

«L’estensione della sperimentazione a nuove province e il suo prolungamento a 24 mesi» commenta la Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie (Fish), «rappresentano passi positivi, a patto che servano a individuare eventuali criticità e colmare vuoti. È fondamentale ora che il ministero della Salute lavori con tempi certi, senza creare ulteriori ritardi nell’applicazione della norma che di fatto andrebbe a compromettere i diritti delle persone con disabilità».

Dal Ministero, la rassicurazione di Alessandra Locatelli, ministra per le disabilità: «stiamo cambiando l’approccio nella presa in carico della persona con disabilità, semplificando le procedure e superando le estreme frammentazioni tra le prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali. Abbiamo già chiarito alcuni aspetti sulle procedure grazie alla collaborazione con l’Ordine nazionale dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e all’Inps che sta affiancando i medici nei territori per risolvere anche gli aspetti legati alle procedure tecnologiche. Nel 2026 le nuove modalità di valutazione e l’introduzione del Progetto di Vita continueranno a essere applicate con determina, in modo progressivo e costante, come previsto dalla normativa, fino a quando sarà applicata in tutto il territorio nazionale».

Roberta Gatto

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