Bachisio Zolo e il significato della Giornata Nazionale Braille

Bachisio Zolo
«Possiamo dire che l’organizzazione di questo importante evento svolto a Cagliari certifica il ruolo e l’importanza che Ierfop ha acquisito nel panorama italiano degli enti di assistenza e formazione delle persone con disabilità». Così Bachisio Zolo commenta la “due giorni” di celebrazioni e convegni tenuti nella sede cagliaritana di Ierfop tra domenica pomeriggio e lunedì mattina del 23 e 24 febbraio. E a confermare questa sensazione sono state le parole (promessa?) del presidente del Club nazionale del Braille Nicola Stilla di inserire in modo più organico lo stesso Ierfop che oggi figura tra i soci fondatori e di cui già Bachisio Zolo fa parte come tesoriere.
«Far parte del Cda del Club del Braille ci consentirà di allargare sempre più il nostro panorama e il bacino di utenza dei nostri allievi» sottolinea Zolo, «e il riuscire a farlo con enti e associazioni così qualificate e dalle dimensioni sociali così grandi, vuol dire che Ierfop continua la sua progressiva crescita e diffusione». Confermata dalle sedi Ierfop a Palermo, Milano, Genova, Torino (complessivamente dodici regioni in Italia) e una sede di rappresentanza a Bruxelles dove attinge ai progetti europei Erasmus+.
«Oggi ci troviamo a celebrare la Giornata nazionale del Braille» continua Zolo, «ed è un’occasione importante per fare il punto su un sistema di letto scrittura di cui noi siamo il più importante ente di divulgazione attraverso le centinaia di corsi che curiamo durante l’anno». Il Braille come focus. «Certo» conferma il direttore della Formazione didattica Bachisio Zolo, «e oggi, ricordando i suoi 200 anni di vita, ancora si rimarca la sua insostituibilità. Meglio ancora: la sua particolare attitudine a conformarsi con il mondo digitale. Se il sistema Braille ha dato la “luce” ai non vedenti, il mondo digitale è stato come un “Rinascimento” che ha permesso una immediata inclusione dei ciechi». Tutti argomenti trattati nel corso dell’evento tenuto nella sede Ierfop di via Platone a Cagliari. «E mi ha fatto piacere la partecipazione che ha messo a dura prova la capienza della nostra Aula Magna “Giovanna Salaris”. Sono rimasto contento e lusingato che temi così sensibili come quello dell’inclusione abbiano trovato riscontro in un mondo come quello di oggi sempre più votato al personalismo e all’egoismo: la disabilità, dispiace dirlo, è una condizione che spesso si può rappresentare alla propria persona o a un familiare, un amico e trovarsi preparati culturalmente e tecnicamente è un modo per rendere la nostra vita migliore».