Giornata Nazionale Braille, buona la prima a Cagliari

Nella foto, da sinistra, Mario Barbuto, Roberto Pili e Nicola Stilla
Prima una serata all’insegna della musica e della letteratura (con la fiaba Brucamilla) e poi i lavori veri e propri, con l’intervento dei massimi esperti per fare il punto sul futuro del Braille. Duecento anni di utilizzo, e ancora il codice di letto scrittura resta attuale e indispensabile. «È stato un onore per Ierfop» commenta il presidente Roberto Pili, «accogliere nella nostra struttura di Cagliari, in Sardegna, i lavori della celebrazione nazionale di un codice di lettura e scrittura che ancora oggi, a distanza di 200 anni dalla sua invenzione è ancora uno strumento indispensabile per le persone con disabilità visiva». Attenzione che non ha mancato di esprimere il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli inviando un’accorata lettera di saluto dove ha ricordato «come occasioni come questa, sono importanti per accendere un faro e tenere alta l’attenzione su temi che stanno tutti a cuore. Insieme» conclude il messaggio, «possiamo fare sempre di più e meglio per tutti, costruendo comunità che siano davvero più accoglienti e rispondenti ai bisogni di ogni persona».
La XVIII Giornata Nazionale del Braille è stata organizzata dal Club Italiano del Braille, dall’Uici e da Ierfop che ha messo a disposizione l’Aula Magna “Giovanna Salaris” curandone la logistica. E così domenica 23 e lunedì 24 mattina, è stata l’occasione per fare il punto sul presente e sul futuro di questo codice che non cessa di continuare a rimanere un caposaldo imprescindibile per l’inclusione sociale e lavorativa dei non vedenti.
«È necessario che il Braille continui a esistere e venga diffuso anche ai vedenti, insegnanti, educatori» chiede Nicola Stilla, presidente nazionale del Club del Braille, «ed è interessante come questo codice, pur datato, si integri molto bene con il mondo digitale di oggi. Proprio in quest’occasione abbiamo presentato due progetti digitali ancora in fase di progettazione, ma in ottima fase di definizione, in grado di sviluppare e rendere più accessibile l’utilizzo del Braille attraverso sistemi informatici e con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Perché fare questo?» continua Stilla, «perché quei sei puntini che caratterizzano il codice di letto scrittura, ancora oggi permettono di avvicinarsi alla musica, alla letteratura e alle Scienze. Insomma, il Braille è amore perché consente di leggere e scrivere come i normodotati».
«I ciechi partono da una base di analfabetismo strutturale non potendo leggere» sottolinea il presidente nazionale dell’Uici Mario Barbuto, «e proprio grazie al codice inventato dal francese Louis Braille, da 200 anni è stato regalato ai ciechi un alfabeto che permette loro di comunicare, evolversi, inserirsi a pieno titolo nel tessuto sociale. Lo stesso mondo politico ha capito e favorito la sua diffusione e noi oggi assistiamo alla presenza del Braille nelle confezioni dei farmaci, in alcune confezioni di alimenti, negli ascensori: l’auspicio ora è fare più prevenzione, promuovere visite oculistiche programmate. Insomma, meno spese per carri armati e più visite mediche. I ciechi» conclude Barbuto, «hanno conquistato la conoscenza e oggi chiedono più soldi per la ricerca».
«Per questo, l’organizzazione di questa Giornata» sottolinea il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo, cieco dalla nascita e tesoriere dell’associazione Club Nazionale del Braille, «l’abbiamo voluta e cercata in tutti i modi così da poter fare tutti assieme, qui in Sardegna, una sintesi delle cose migliori che questo codice significa e che rappresenta la luce stessa per i ciechi».
«Fin da piccolo ho conosciuto il Braille e il mondo dei ciechi» ricorda il presidente del Consiglio regionale sardo Piero Comandini che ha partecipato all’evento, «e ricordo come quei libroni gialli che vedevo presenti a casa mia, consentissero la comunicazione e l’informazione. Si ha presente cosa volesse dire essere ciechi in un paesino sperduto»?
«Non dobbiamo mai mancare di diffondere la conoscenza e la pratica del codice Braille» riprende Pietro Manca, presidente regionale dell’Uici Sardegna.