“Inclusione, Università e ciclo di vita” secondo Donatella Petretto

Donatella Petretto

Università, disabilità e inclusione. Di questo e tanto altro parliamo con Donatella Petretto professoressa di Psicologia Clinica all’Università di Cagliari.

Cosa significa per lei partecipare alla Giornata Nazionale del Club del Braille?

Intanto è importante essere qui oggi e poter condividere alcune riflessioni su un tema che mi sta particolarmente a cuore. Il Braille non è solo un sistema di scrittura e lettura, ma un vero e proprio strumento di emancipazione, che consente l’accesso alla conoscenza e alla cultura. Eventi come questo ricordano quanto sia fondamentale garantire il diritto all’istruzione per tutti, senza barriere.

Si è soffermata sulla parola “Diritto” in modo particolarmente passionale. Quale il significato di questo termine nel contesto dell’inclusione?

In Italia siamo all’avanguardia per quanto riguarda le leggi che tutelano l’inclusione. Le normative internazionali, come quelle dell’Onu, e quelle nazionali sottolineano il diritto fondamentale delle persone disabili di essere parte attiva della società e di accedere al mondo del lavoro. Le leggi non lasciano spazio a dubbi: garantiscono come le persone disabili possano lavorare in qualsiasi settore, non solo grazie all’esistenza delle norme, ma anche grazie agli strumenti e alle risorse che le supportano. Noi, in quanto istituzioni e operatori del settore – e grazie anche allo Ierfop – abbiamo l’obbligo morale e civile di ricordare e promuovere costantemente questi diritti, affinché non vengano mai dimenticati o trascurati.

Quale situazione esiste a Cagliari per quanto riguarda l’inclusione degli studenti con disabilità?

La Legge 17/99 ha sancito che ogni Ateneo deve offrire servizi specifici per gli studenti con disabilità, come l’utilizzo di sussidi tecnici e didattici, l’istituzione di servizi di tutorato specializzato e un percorso personalizzato per il superamento degli esami. A Cagliari, il nostro Ateneo è tra i primi in Italia per l’impegno in materia di inclusione e per la programmazione di iniziative dedicate. Attualmente contiamo circa 500 studenti con disabilità e 700 studenti con disturbi dell’apprendimento, in un contesto nazionale dove si superano le 80mila persone. Dati che evidenziano come, negli ultimi anni, la consapevolezza dei propri diritti sia notevolmente aumentata tra gli studenti.

Qualcuno parla del Braille come di un sistema “superato”. Qual è la sua opinione a riguardo?

Assolutamente no, il Braille non è superato! Anzi, è uno strumento fondamentale che si integra perfettamente con le nuove tecnologie. Pensiamo, ad esempio, alle tastiere Braille digitali o ai display tattili che permettono alle persone cieche di leggere testi in tempo reale. L’errore più grande sarebbe pensare che la tecnologia possa sostituire il Braille: in realtà, lo rafforza e ne amplia le possibilità di utilizzo.

Inclusione e istruzione vanno di pari passo. Quali, secondo lei, le azioni concrete che le università dovrebbero adottare per garantire una vera inclusione?

Le università devono essere proattive. Servono percorsi formativi specifici per i docenti, affinché siano preparati a rispondere alle esigenze degli studenti con disabilità. È inoltre necessario un maggiore investimento nelle tecnologie assistive e un dialogo costante tra le istituzioni accademiche e le associazioni di riferimento. Infine, bisogna lavorare per abbattere gli ostacoli burocratici che spesso complicano il percorso degli studenti con disabilità.

Come si può migliorare il passaggio dall’Università al mondo del lavoro?

È cruciale creare un ponte tra formazione universitaria e mondo del lavoro. Le aziende devono essere sensibilizzate sull’importanza dell’inclusione e devono comprendere il valore che una persona con disabilità visiva può portare all’interno di un’organizzazione. È altrettanto importante che gli studenti ricevano orientamento e supporto per affrontare al meglio l’ingresso nel mercato del lavoro, attraverso stage, tirocini e percorsi di tutoraggio.

Cosa direbbe agli studenti con disabilità visiva?

Direi di non arrendersi mai, di credere nelle proprie capacità e di sfruttare ogni strumento a disposizione, dal Braille alle tecnologie digitali, per costruire il proprio futuro. L’istruzione è un diritto fondamentale e tutti devono avere la possibilità di accedere alla conoscenza senza ostacoli. Le barriere esistono, ma possiamo abbatterle insieme.

Massimo Usai

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