Marino Attini, consigliere della Biblioteca Italiana per i Ciechi” Regina Margherita” di Monza

Marino Attini, consigliere della Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” di Monza, presidente della sezione Uici di Trieste è tra l’altro l’ideatore del sistema Leti Smart (il bastone elettronico per ciechi). Nel corso del seminario “Braille, duecento anni dopo” ha parlato del progetto “Tocc”, transizione digitale per gli organismi culturali e creativi.

Cos’è “Tocc” e come arrivano le risorse?

Le risorse sono messe a disposizione dal Ministero della Cultura attraverso un bando. “Tocc” è proprio il nome del bando, per questo abbiamo detto che stiamo cercando un nome per la macchina che abbiamo realizzato. “Tocc” sta per Transizione digitale per gli organismi culturali e creativi.

La cosa importante è che l’Unione Italiana Ciechi negli ultimi dieci anni ha voluto fortemente una collaborazione con le aziende e con chi sviluppa hardware e software per dare vita a grandi progetti.

Quali sono gli altri progetti?

Abbiamo due grandi progetti: uno èLeti Smart”, un sistema di orientamento urbano per persone con disabilità visive che oggi è diventato lo standard nazionale. L’altro è, appunto, “Tocc”, ma abbiamo realizzato progetti con Amazon con più di 25 mila assistenti vocali e con due applicazioni che abbiamo fatto noi.

La linea che seguiamo è quella che la tecnologia sia inclusiva e semplice da utilizzare: nei nostri progetti non servono conoscenze informatiche o strumenti particolari, la tecnologia deve essere al servizio delle persone con disabilità.

Avete anche un libro in fase di pubblicazione?

Abbiamo scritto due libri importanti: “La città del presente”, per migliorare la progettazione nelle città e, adesso, sta per uscire “La casa del presente” sulla domotica e su come può aiutare le persone con disabilità. Stiamo cercando grandi partner come Evoseed o come Scen (la società che ha realizzato il bastone per Leti Smart), specializzati in elettronica, microelettronica, intelligenza artificiale per sviluppare nuovi progetti e questo ci consente di raggiungere traguardi che non erano immaginabili.

Quando siete partiti avevate idea di quanti libri dovevano essere trasferiti, trascritti?

All’inizio avevamo stimato 70 mila libri, ma adesso che l’idea è stata resa pubblica stanno arrivando richieste di libri da convertire da diverse parti. Proprio in questi giorni ci hanno segnalato alcuni libri del 1850. Penso che sarà un’esperienza molto interessante e amplierà la biblioteca che abbiamo a disposizione e anche la cultura e le conoscenze.

Giuseppe Giuliani

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