Paolo Visintin, amministratore e co-fondatore di Evoseed

Paolo Visintin
Paolo Visintin è amministratore e co-fondatore della società Evoseed che opera nel campo delle telecomunicazioni e dell’intelligenza artificiale. Nella due giorni cagliaritana, assieme a Giovanni Tommasini (sviluppatore e co-fondatore di Evoseed)) ha presentato una macchina che identifica il testo in Braille di vecchi volumi che devono essere maneggiati con cautela e consente poi la trasformazione del testo in un altro linguaggio scritto o telematico.
Come si arriva al progetto che temporaneamente e impropriamente chiamiamo Tocc?
Abbiamo già realizzato un altro progetto con l’Uici (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti): un centralino telefonico dotato di assistente virtuale integrato che nel lockdown dava la possibilità ai non vedenti di lavorare da casa come centralinisti e da lì abbiamo allacciato i rapporti.
Con Attini (Marino Attini, consigliere della Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” di Monza) ci conosciamo da tempo e ogni tanto ci si confronta sulle sfide tecnologiche. Quando è entrato come consigliere nella biblioteca ha visto una quantità incredibile di volumi in Braille dei quali non esiste un corrispettivo e non esiste nessun tipo di software con cui sia possibile fare la scansione del sistema e poi tradurlo.
A quel punto, me ne ha parlato e abbiamo lavorato per proporre una soluzione.
Quali problemi avete dovuto affrontare?
Si trattava di prendere questi volumi cartacei, in alcuni casi anche consumati dal tempo e dall’uso, perché il rilievo della scrittura si abbassa se utilizzato molte volte, e guardando alle tecnologie abbiamo pensato all’intelligenza artificiale e a un’applicazione alla quale insegnar come fare.
Come funziona quello che al momento è un prototipo?
Non eravamo esperti di Braille, abbiamo studiato le caratteristiche della pagina guardando un foglio Braille e abbiamo notato che il carattere del Braille produce dei “monti” nella parte frontale della pagina e delle “valli” nel retro, per un sistema di intelligenza artificiale quelle sono informazioni. Si trattava di far apprendere questa informazione alla macchina.
Quindi, abbiamo posizionato delle luci e le abbiamo proiettate con una certa angolazione cosiddetta “a ics” sulla pagina e a quel punto il rilievo diventava luce più buio, perché produceva l’ombra dietro e per la valle il contrario. Questa è la tecnica che ha funzionato.
Un altro problema era l’angolazione delle pagine?
Sì, per due motivi: il primo perché se noi apriamo un libro le pagine centrali fanno l’effetto curvatura e per l’acquisizione dell’immagine in due dimensioni determina un problema e poi, il secondo un libro di centinaia di anni fa va trattato con cura. Quindi abbiamo costruito un leggio, posizionando il libro aperto con una certa angolazione per non avere curvature e sopra abbiamo sistemato due telecamere che leggono la pagina da due posizioni diverse e incrociate.
Ricordando che questo è un prototipo, a chi si rivolge ed entro quali tempi ritenete che possa essere messo in commercio e utilizzato?
Ricordo che è un progetto che stiamo realizzando con la Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita di Monza e con altri partner. I finanziamenti ricevuti pongono delle limitazioni per l’utilizzo dello strumento.
Per quanto riguarda i tempi, è un prototipo, ma tra qualche mese sarà completato e lo metteremo a disposizione prima della Biblioteca e poi di tutti quelli che saranno interessati.
Giuseppe Giuliani