Braillet: per comprendere i meccanismi della lettura Braille

Marcello Ferro del Cnr-Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” (Cnr-Ilc)

In occasione dell’evento celebrativo per la Giornata nazionale del Braille, Andrea Nadalini e Marcello Ferro del Cnr-Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” (Cnr-Ilc) e Barbara Leporini dell’Università di Pisa presentano “Braillet, un tablet per indagare le dinamiche della lettura Braille”.

Il progetto

Presentato lunedì 24 febbraio presso la sede cagliaritana di Ierfop Onlus in via Platone 1/3, il prototipo di piattaforma sviluppato nell’ambito del progetto Braillet, a data-driven investigation into the cognitive demands of braille reading.

In occasione dell’evento celebrativo organizzato dal Club Italiano del Braille, in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e con Ierfop Onlus, gli sviluppatori spiegano quali sono gli obiettivi del progetto finanziato da Mur – European Union – NextGenerationEU e dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Braillet ovvero indagare le modalità di lettura Braille

«Il progetto BrailLet mira a sviluppare un prototipo di piattaforma innovativa per raccogliere, allineare lungo l’asse temporale, analizzare e classificare automaticamente i movimenti delle dita e le produzioni vocali di persone adulte vedenti e non, sottoposte a compiti di lettura» spiega Marcello Ferro, ingegnere computazionale dell’Università di Pisa. «La piattaforma, già operativa, consente in primo luogo di valutare le corrispondenze e le differenze tra le strategie di lettura braille messe in atto da soggetti ciechi e le strategie di lettura del testo in nero usate da soggetti normovedenti».

Come si svolge la ricerca

«La sperimentazione, relativamente al processo di raccolta dei dati» prosegue Ferro, «riguarderà unicamente la somministrazione di testi da leggere sullo schermo di un tablet o su un cartoncino Braille sovrapposto allo schermo del tablet, con l’obiettivo di raccogliere dati di lettura interferendo meno possibile con l’esecuzione del compito». E poi, «al termine del progetto, una porzione dei dati raccolti (opportunamente anonimizzati) verrà messa a disposizione della comunità scientifica».

L’importanza del codice Braille

«È fondamentale tenere vivo il Braille, perché le nuove tecnologie non vanno a sostituirlo» sottolinea ancora Ferro. «Ecco perché il nostro progetto vuole rispondere alla domanda: “cosa guida il processo di lettura delle persone cieche? Usano le stesse strategie di quelli vedenti”?».

Per trovare risposta a questi quesiti, servono circa cento letture di persone non vedenti, da confrontare con i dati acquisiti da lettori vedenti.

Infine, Ferro ricorda come il codice Braille sia un sistema moderno e in qualche modo anticipatore del codice in bit.«La cella Braille» ricorda ancora Marcello Ferro, «funziona come una cella a sei bit, astratta dalla lettera latina. La scrittura Braille è quindi un’intuizione geniale, in grado di anticipare l’uso delle moderne tecnologie informatiche, un’intuizione su cui la ricerca scientifica continua tutt’oggi a indagare».

Roberta Gatto

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