Alexa+, ovvero la trasformazione dell’assistente di Amazon
Avete presente le funzioni che oggi offre Alexa? Bene. Preparatevi ad avere molto di più: praticamente un maggiordomo o un segretario in casa.
In pratica, si potranno fare conversazioni come si se si parlasse davvero con un’altra persona, oppure si potrà prenotare un ristorante, chiamare il taxi, ma anche fare l’analisi di documenti così come ricerche e azioni sul web. E tutto, sempre con comandi vocali. Per ora è atteso negli Usa a marzo e sarà inclusa con Amazon Prime.
Le novità
L’assistente digitale di Amazon nato nel 2014 spesso è stata presa in giro da milioni di italiani per i tanti limiti che aveva. Ora invece, dovranno richiedersi.
Il nuovo assistente virtuale di Amazon (Alexa+) parla in maniera naturale, conversa come un umano e non c’è bisogno, a ogni domanda successiva alla prima, di dire “Alexa”.
Come si è arrivati a questa trasformazione che promette di essere rivoluzionaria rispetto al vecchio sistema? Grazie a una massiccia infusione di intelligenza artificiale generativa.
Già Amazon aveva fatto una dimostrazione nel settembre 2023, ma successivamente erano subentrati i problemi tipici degli Llm (modelli linguistici di grandi dimensioni). Si tratta delle cosiddette allucinazioni, risposte errate e fuori contesto che rischiavano di compromettere anche le funzioni base dell’Alexa 1.0.
Cosa offriva la “vecchia” Alexa
Con l’assistente virtuale Alexa si potevano controllare le luci smart, far partire la musica o un timer di casa o dell’ufficio. Alexa+ è in grado ora di fare molto di più e di andare oltre una semplice chiacchierata tra umano e macchina e questo grazie a ChatGpt Voice o Gemini Live e altre inedite sul mercato di oggi.
C’è da considerare però, come Amazon vanti a oggi ben 600 milioni di dispositivi Alexa già consegnati nelle case in tutto il mondo o sulla forza di server e cloud, Aws, numero 1 mondiali confermando come il proprietario di Amazon, Bezos, su questa gara parta in prima fila.
I servizi di Alexa+
Alexa+ oltre a rapportarsi al proprio “padrone”, è in grado di comprendere ed eseguire comandi complessi coinvolgendo una serie di servizi terzi con cui Amazon ha stretto accordi strategici. Qualche esempio? Alla presentazione del nuovo dispositivo di assistenza virtuale, Andy Jassy, ceo di Amazon e gli altri top manager come Panos Panaj (responsabile di tutti i dispositivi dell’azienda) hanno mostrato una lunga demo live, senza rete, in cui tutto – tranne due brevissime esitazioni – ha funzionato come doveva. Si può chiedere ad Alexa+ di ordinare una pizza a domicilio con particolari indicazioni del composto, stabilire l’ora della consegna e persino chiedere di essere avvisati quando il rider è vicino. Fantascienza? Sembra proprio di no.
Il controllo della smart home, per esempio, non sarà più basato su pochi comandi da memorizzare, ma molto più profonda e intuitiva. E se si chiede di “mettere” musica a un volume che non svegli qualcuno che dorme, questa si attiverà solo negli altoparlanti lontani dalla cameretta.
Molto lavoro è già stato fatto, ma ancora lo sviluppo non è terminato ed è in continuo aggiustamento. Tecnicamente Alexa+ sfrutta tecnologie AI di Amazon come Bedrock che permette di accedere ai più avanzati Llm attraverso il cloud Aws e Amazon Nova, un Llm svelato lo scorso novembre.
I rischi
Come tutte le macchine, Alexa+ prevede anche dei rischi. Quali? Intanto l’utente deve condividere ampie parti della sua vita privata con Amazon. Inoltre Amazon ha stretto accordi con partner per far sì che le richieste, dalla prenotazione di un ristorante all’acquisto di un biglietto di una partita, possa attivarsi e concludersi senza che l’utente debba fare nulla. Solo chiedere. Per fare questo, bisognerà concedere l’accesso ai propri account su altri servizi, da Spotify a Uber e così via. E tutto questo perché Amazon chiama gli agenti AI che lavorano dietro le quinte “Experts”.
Insomma, una qualche invasione alla propria privacy esiste. L’unica “difesa” per l’utente è che la richiesta effettuata e la conseguente ricerca generata, si deve concludere con una conferma dell’utente stesso. Altrimenti non si attiva. A quel punto però, la “conoscenza” delle esigenze dell’utente diventano ben chiare per Amazon.
Bachisio Zolo