Giacomo Spissu: «dal problema del Lavoro a quello della Sanità»

Giacomo Spissu a sinistra con il presidente Ierfop Roberto Pili
«Negli ultimi tre anni, siamo passati dal problema del Lavoro al problema della Sanità». Con queste parole Giacomo Spissu, presidente della Fondazione di Sardegna commenta i dati del II Rapporto sulla Disabilità durante la conferenza dell’11 marzo 2025, svoltasi presso la sede di Ierfop Onlus a Cagliari.
Il motivo di questo cambiamento, spiega Spissu, «è probabilmente dovuto al fatto che la popolazione invecchia». La conseguenza, quindi, è una maggiore richiesta di servizi legati alla sanità e all’assistenza domestica.
I dati, però, evidenziano anche un aumento delle difficoltà intellettive tra i giovani. «Penso ad esempio all’autismo» spiega il presidente di Fondazione di Sardegna. «Da sei casi diagnosticati, siamo passati a quasi 70. Il numero è decuplicato, forse perché abbiamo maggiori strumenti di diagnosi».
La mission di Fondazione di Sardegna
«La nostra Missione» continua Spissu, «è investire per favorire quei settori che creano unità, come il volontariato e la ricerca medica. Ma anche l’arte e la cultura, ovvero tutte quelle aree di interesse in grado di creare comunità».
Anche per questo, la Fondazione supporta Ierfop nel suo lavoro di ricerca e formazione. «Continuiamo a sostenere ierfop e le sue buone pratiche in un segmento spesso messo ai margini perché non considerato come un problema collettivo».
Tuttavia, la disabilità è una questione urgente, cui è necessario dare «risposte integrate. Il punto non è semplicemente registrare i dati» spiega Spissu, ma garantire assistenza alle famiglie e un maggiore coordinamento».
Azioni concrete per il futuro
«Il nostro Paese si occupa di tutti, dall’istruzione alla sanità pubblica» sottolinea Spissu. «Molte conquiste, però, potrebbero essere messe in discussione». Il presidente prosegue poi con una chiamata all’impegno delle istituzioni:
«Servono progetti duraturi, oltre una legislatura. Per affrontare tematiche così impegnative non bastano cinque o dieci anni. Per mettere in campo una quantità di operatori sanitari e medici, far fronte alle carenze, serve tempo e impegno». Per il futuro, Spissu auspica «un rapporto con altre regioni, ad esempio l’Umbria sempre molto vicina come numeri alla Sardegna, per comprendere se i dati possano tradursi in strategie e azioni a livello nazionale».
Roberta Gatto