La divertente storia di Horace de Vere Cole (5 maggio 1881 – 26 febbraio 1936)

Ipoacusico, Horace de Vere Cole è passato alla Storia come il più grande burlone di inizio Novecento. William Horace de Vere Cole nasce nella contea di Cork, in Irlanda, il 5 maggio 1881 dall’inglese William Utting Cole e dall’irlandese Mary de Vere, di famiglia benestante.

L’origine dell’ipoacusia di Horace è controversa: secondo alcuni, perde quasi del tutto l’udito da bambino, in seguito a una difterite, secondo altri, in conseguenza delle ferite di guerra. La disabilità uditiva ne influenza il carattere e la forte sensibilità alle critiche.

Fino al 1900 studia presso il prestigioso collegio di Eton, in Inghilterra; in seguito, si unisce a un reggimento di cavalleria britannica e prende parte alla guerra boera. Rimasto ferito gravemente, gli viene concessa una pensione di invalidità di 1800 sterline, che però devolve interamente a vedove e orfani di guerra dimostrandosi così come un giovane di buon cuore, ma anche e soprattutto un burlone, il più grande del Novecento.

Gli scherzi di Horace

Nel 1902, all’età di ventun’anni, entra al Trinity College di Cambridge per studiare arte e poesia. Tuttavia, le sue vere inclinazioni sono altre, tanto che non conseguirà mai il diploma. In compenso, è proprio qui che organizza il suo primo scherzo nel 1905.

Saputo che il sultano di Zanzibar è in visita in Inghilterra, Horace invia un telegramma al municipio di Cambridge, informando della visita del sultano in città.

Insieme all’amico Adrian Stephen, fratello di Virginia Wolf, a uno zio bilingue e a un gruppo di compagni di università,  tutti truccati e vestiti come dignitari africani, riesce a farsi ricevere dal sindaco e dagli altri ufficiali municipali e a farsi condurre in giro per la città e in visita al college. Infine prende parte al pranzo di benvenuto con tanto di champagne.

Lo scherzo va quindi a buon fine, non senza intoppi. Infatti, quando una donna chiede di poter parlare direttamente con il sultano, l’interprete la informa che ciò è possibile soltanto a patto di entrare nel suo harem.

Un genio della burla, Horace, passato alla Storia soprattutto per la “beffa della Dreadnought“, che coinvolse tra gli altri anche la scrittrice Virginia Wolf.

Lo scherzo del Bunga Bunga

La beffa della Dreadnought è passata alla Storia anche per aver lanciato il termine Bunga Bunga, utilizzato poi negli spettacoli di Broadway e noto più di recente per lo scandalo delle feste di Arcore. Lo scherzo, perpetrato ai danni dell’ammiraglia della flotta britannica Dreadnought, è una sorta di rivisitazione della burla del sultano.

In questo caso, è l’ammiraglio della Dreadnought a ricevere un telegramma nel quale viene informato che l’imperatore dell’Abissinia (attuale Etiopia) con il suo entourage desidera visitare la nave. Horace si presenta camuffato in compagnia di cinque suoi amici, tra cui di nuovo Adrian Stephen e appunto Virginia Wolf, tutti abbigliati e truccati come dignitari etiopi.

Secondo quanto riferito dalle cronache, la delegazione di finti abissini avrebbe espresso meraviglia per la nave commentando con l’espressione “Bunga! Bunga!”.

Anche questa burla va a segno, ma stavolta le conseguenze per Horace non sono delle migliori. Quando il Daily Mirror pubblica la verità sulla beffa della Dreadnought, infatti, alcuni ufficiali della marina britannica impartiscono al giovane burlone una frustata cerimoniale.

Horace però non si scoraggia. Altri scherzi memorabili comprendono un buco in Piccadilly Circus, un acceso dibattito conservatore con i laburisti (Horace si spaccia per il loro leader con il quale condivide una straordinaria somiglianza), e una burla ai danni di un vecchio compagno di Eton e neo-parlamentare, al quale Horace affida il proprio orologio da taschino sfidandolo a una gara di corsa, soltanto per poi gridare “al ladro!” e far quasi arrestare il povero malcapitato.

Le burle di Horace hanno come obiettivo non solo il divertimento, ma anche una critica sociale volta a sgonfiare figure di spicco come appunto membri del Parlamento, ufficiali di marina e imprenditori londinesi.

Vita privata

Nonostante le frequenti burle, alcune al limite della legalità, quella di Horace non è una vita idilliaca. Sebbene la disabilità non costituisca per lui un limite, nel privato ha una vita sentimentale burrascosa e problemi finanziari che culminano con la più completa povertà.

Nel 1906 eredita dalla nonna una proprietà nel Berkshire; tuttavia, nel 1912 si trova costretto a vendere la tenuta a uno zio, non potendosi permettere il mantenimento.

Nel 1918 sposa l’ereditiera irlandese Denise Lynch, dalla quale divorzia dieci anni dopo, in seguito a un investimento sbagliato e alla perdita di tutti i suoi soldi. Horace si trasferisce in Francia, dove sposa un’ex cameriera nel 1931. Nel 1935 la moglie dà alla luce un bambino, il quale è però figlio di un altro uomo.

Nel 1936 Horace muore di infarto e viene sepolto nel Berkshire, a West Woodhay. Di lui, la sorella Anne, moglie del primo ministro britannico Neville Chamberlaine, una volta disse: «penso che debba essere un po’ pazzo».

Roberta Gatto

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