«Il lavoratore disabile ha diritto allo smart working»
In una recente sentenza (5 marzo 2025), il Tribunale di Mantova ha accolto la richiesta di un lavoratore con disabilità che chiedeva di svolgere l’attività lavorativa da casa per almeno tre giorni alla settimana.
Il Giudice del Lavoro ha stabilito che la richiesta era giustificata dalla condizione di disabilità del dipendente e che il diritto allo smart working rappresentava una misura di “accomodamento ragionevole” a tutela della salute del lavoratore.
Il caso
Il Tribunale di Mantova, Sezione Lavoro, ha affrontato il caso di un lavoratore con invalidità (dovuta a un grave infortunio sul lavoro) che aveva chiesto di poter svolgere la sua attività da casa, proprio a causa delle sue condizioni di salute.
L’uomo aveva dei disturbi psichiatrici che gli creavano difficoltà sul luogo di lavoro e per questo richiedeva un’adeguata sistemazione lavorativa e la possibilità di svolgere gli stessi compiti, ma da casa sua. In particolare, i problemi erano proprio legati al dovere frequentare lo stesso posto nel quale era avvenuto l’infortunio. Certificati e pareri medici confermavano questa necessità.
L’azienda
L’azienda aveva rifiutato la richiesta per ragioni organizzative e produttive. Il no era motivato dal fatto che per le mansioni che svolgeva il lavoratore doveva interagire con i colleghi e, inoltre riteneva anche infondata la richiesta e opponeva come motivazione anche la politica aziendale. Ogni tentativo di transazione era risultato inutile.
La decisione del giudice
Il Tribunale di Mantova ha accolto le ragioni del lavoratore e deciso che avesse diritto a svolgere l’attività lavorativa da casa per almeno tre giorni alla settimana. Alla base della decisione, le condizioni di disabilità del dipendente. La legge che disciplina la questione è la n. 81/2017: all’articolo 18 stabilisce che i lavoratori con disabilità in situazione di gravità hanno diritto alla concessione del lavoro agile. Tutto deve essere compatibile anche con le esigenze dell’azienda e non produrre un onere sproporzionato per il datore di lavoro.
Il Tribunale ha condannato l’azienda a rimborsare le spese legali sostenute dal lavoratore per il procedimento.
Diritti del lavoratore ed esigenze dell’azienda
Nella sua decisione, il giudice ha ritenuto che le mansioni del lavoratore potessero essere svolte anche da casa con strumenti informatici adeguati. Anche perché l’azienda non era riuscita a dimostrare che la presenza sul posto di lavoro fosse indispensabile.
Giuseppe Giuliani