Giornata mondiale dell’autismo: Ierfop in prima linea con il seminario “Disturbi visivi e autismo”
«L’Impegno di Ierfop per le pluridisabilità è a oggi una sfida significativa». Con queste parole Roberto Pili, presidente di Ierfop Onlus, apre la tavola rotonda su disabilità visiva e autismo, una pluridisabilità «difficile da diagnosticare precocemente. Esistono difficoltà oggettive nel cogliere indicatori e nel portare avanti azioni riabilitative efficaci» prosegue il presidente, «perché la cecità primaria influenza lo sviluppo psicomotorio e presenta stereotipie simili a quelle dei tratti autistici».
In Italia, sono circa 1500 i bambini che nascono ogni anno con questa problematica: «per questo Ierfop, insieme allo scomparso Pericle Farris (presidente Apri Servizi e della Fish Piemonte), si è impegnata per fornire strumenti di diagnosi più adatti e per definire protocolli alternativi di osservazione precoce» spiega ancora Pili.

Roberto Pili
«Insieme a Donatella Petretto docente dell’Università di Cagliari abbiamo istituito quattro borse di ricerca e formato tre figure professionali tiflologiche, abbiamo realizzato un testo dal titolo “Disabilità visiva e autismo: uno sguardo sulla complessità”, e abbiamo in programma di realizzare un manuale a uso degli operatori sanitari».
Diffondere conoscenza e buone pratiche
«In passato alcuni comportamenti non venivano compresi né ascritti allo spettro autistico» spiega Bachisio Zolo, direttore della formazione di Ierfop e commissario straordinario dell’Uici di Cagliari. «Tra i nostri obiettivi ci sono quindi la didattica e l’inclusione dei bambini con disturbi visivi integrati nella scuola pubblica, che dovrebbe essere più preparata ad accoglierli».
Le famiglie, come fa notare Zolo, «non sempre percepiscono o segnalano comportamenti riconducibili allo spettro autistico. Per questo il nostro ente vuole offrire un contributo concreto, perché questi comportamenti siano oggetto di studi e riflessione da parte di psicologi, insegnanti ed educatori».
L’importanza del linguaggio
«Parlare di bambini pluriminorati può portare una certa confusione» dice Linda Legname, vicepresidente Uici nazionale, «perché ogni patologia si differenzia dall’altra e condiziona l’altra. Parlare di bambini con disabilità visiva e ritardo cognitivo non è come parlare di bambini con disabilità visiva e autismo». Anche il linguaggio che adottiamo, quindi, risulta importante per intervenire in maniera più efficace, evitando generalizzazioni. Per questo, l’Uici ha realizzato un database dove raccogliere e catalogare le diverse forme di pluridisabilità, per portare avanti la ricerca e mettere in atto nuove strategie di trattamento più tempestive e mirate.
L’autismo oggi
«Negli ultimi quarant’anni si è posta sempre maggiore attenzione sul tema dell’autismo, arrivando a considerarlo non più come una condizione rara, ma come un disturbo in realtà piuttosto frequente» spiega Donatella Petretto, docente e delegata del rettore dell’Università di Cagliari.
«È importante definire protocolli specifici per persone con autismo e disturbi visivi, così come per persone con disabilità visiva e autismo. Bisogna poi porre attenzione alle specificità» prosegue Petretto, «sia per la diagnosi e gli interventi, sia per la realizzazione del progetto di vita, per l’inclusione scolastica e lavorativa».
Non bisogna infine dimenticare l’insorgenza di disturbi visivi in età avanzata. Come ricorda il presidente Pili, «le persone con autismo possono sviluppare problemi visivi in età adulta e avanzata. Questo non impedisce loro di portare avanti un progetto di vita e il nostro obiettivo è di rassicurare le famiglie fornendo strumenti e indicazioni in merito».
Roberta Gatto